"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

sabato 6 giugno 2009

Ius gentium

Viviamo, oggi, in un Italia che, confusa, si affaccia su uno scenario europeo che non comprende e che la costringe (sic!) ad un goffo provincialismo, ignorante e cieco, maldestro e stolto. Eppure, questa penisola fu madre e fautrice di un mondo senza confini.
Il diritto romano, fondato sulla naturalis ratio, ragione naturale propria di tutti i popoli (gentes), maturi al punto da misurarsi con un certo stadio di sviluppo, si confrontò col commercio, oggi diremmo internazionale.
Si imposero norme regolatrici agli stessi dominatori, i Romani.
In principio, era la 'personalità del diritto', ciascuno rispondeva alle regole e alle leggi della propria nazione. Ben presto, però, Roma coltivò rapporti con altri popoli e ampliò i suoi orizzonti. Già con le guerre puniche (264 - 146 a.c.) tra romani e cartaginesi, per il possesso del bacino occidentale del mediterraneo, Roma si misurò con la navigazione commerciale e un nuovo mondo si schiuse, al prezzo di innumerevoli vite umane.
Potente e infallibile si manifestò l'opportunità ed esigenza di rapporti commerciali con altri popoli, peregrini, non romani, con cui, però, era possibile stipulare contratti. Rapporti commerciali.
Fu allora che lo ius civile svelò i suoi limiti e si aprì la porta ai principi delle piazze commerciali internazionali.
Primo fra tutti: bona fides.
I rapporti si svolgevano tra persone di lingue, culture e religioni diverse. L'esperienza negoziale guidava verso l'osservanza e il mantenimento della parola data fra galantuomini, senza solennità formali, incomprensibili o impraticabili per almeno una delle parti.
241 a.c. Praetor qui plerumque inter cives et peregrinos ius dicit (o praetor peregrinus).
Un nuovo pretore, un nuovo magistrato tutelava i rapporti e gli interessi con gli stranieri. Accanto allo ius civile, era nato lo ius gentium.

9 maggio 1950. Il Ministro degli Esteri francese Robert Schuman rende pubblica una dichiarazione. Con essa, propone di "mettere l'intera produzione francese e tedesca del carbone e dell'acciaio sotto una comune Alta Autorità, nel quadro di un'organizzazione alla quale possono aderire gli altri Paesi europei".

Lo sfruttamento dei giacimenti di carbone e di acciaio della Ruhur e della Saar era stato motivo scatenante di guerre tra la Francia e la Germania.

Di lì a breve, il mondo parlerà di approccio funzionalista al processo di integrazione europeo.
Sector by sector approach.
Progressivo e graduale trasferimento di funzioni, settorialmente selezionate, ad Autorità indipendenti e sovraordinate agli Stati, attraverso la cessione di pezzi di sovranità consegnati ad un'Autorità comune.

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