"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

domenica 5 luglio 2009

1948-2009 ...il regresso della civiltà



di Gianluigi Di Blasi

Tra Roma e Parigi,
il 1948 ha visto nascere due tra la più belle e moderne Carte dei Diritti della Storia.
la nostra Costituzione e la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo.

Figlie legittime della necessità di cambiamento derivante dai drammi e dagli orrori della Seconda Guerra Mondiale, ponevano l'essere umano in quanto tale e la sua dignità, come limite e fine dei Principi in esse sanciti.

la nostra Costituzione così recita:
Art. 2:
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 3 co. I:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Art. 10:
L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.

e la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo le fa eco così:
Art. 1:
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

Art. 2:
Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciati nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.
Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del Paese o del territorio cui una persona appartiene, sia che tale Paese o territorio sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi altra limitazione di sovranità.

Art. 7:
Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad un'eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad un'eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale discriminazione.

Il 1948
ha dato i natali a queste magnifiche norme, la cui caratura è indiscutibile. La centralità e la sacralità dell'individuo son concetti fondamentali ed irrinunciabli per ogni democrazia che voglia reputarsi tale. Il rispetto per se stessi, il rispetto di ognuno in quanto essere umano ed il principio di non discriminazione son valori che devono far parte del sentire di ognuno.

Nel corso dei decenni però,
tutto questo sembra esser venuto sempre più meno, anche e soprattutto in quella parte di mondo dove, sulla Carta, sembravano esser Principi pacifici.
E così nel 2009 ,
dimenticati il dolore, il sangue e la vergogna della Seconda Guerra Mondiale, la Xenofobia ha ripreso a trovare consensi, a trovare rappresentanti istituzionali, a trovare usi e norme che la rappresentino. Per l'Italia, il Pacchetto Sicurezza: http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/politica/ddl-sicurezza-7/terza-fiducia/terza-fiducia.html

"La storia è maestra di vita, ma ha negli uomini dei pessimi studenti"
(Winston Churchill)

Camilleri, Tabucchi, Maraini, Fo, Rame, Ovadia, Scaparro, Amelio, uniti contro questa legge, così scrivono:

"...È stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non più gli ebrei bensì la popolazione degli immigrati irregolari, che conta centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti.
Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalità, l’esercizio di un diritto fondamentale quale è quello di contrarre matrimonio senza vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani.
Con una norma ancora più lesiva della dignità e della stessa qualità umana, è stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in condizioni di irregolarità amministrativa, di riconoscere i figli da loro stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere irregolari diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri e messi nelle mani dello Stato...
L’Europa non può ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi internazionali e i principi garantisti e di civiltà giuridica su cui si basa la stessa costruzione politica europea.
È interesse e onore di tutti noi europei che ciò non accada.
La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che viene dall’Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa..."
(testo completo a questo il link: http://temi.repubblica.it/micromega-online/camilleri-tabucchi-maraini-fo-rame-ovadia-scaparro-amelio-appello-contro-il-ritorno-delle-leggi-razziali-in-europa/)

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