"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

lunedì 24 agosto 2009

Fra le righe della storia..

"Esiste oggi una forma di fascismo archeologico che poi è un buon pretesto per procurarsi una patente di antifascismo reale. Si tratta di un antifascismo facile che ha per oggetto e obiettivo un fascismo arcaico che non esiste più e non esisterà mai più"
Pier Paolo Pasolini.
N.b.: 'Ho citato una citazione' di Luca Telese, in apertura del suo libro 'Cuori Neri' (Sperling & Kupfer Editori), di cui consiglio la lettura.

Art. 139 Cost.
"La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale".

La repubblica non è soltanto il regime che ha cacciato i Savoia; la repubblica è il regime nel quale il popolo è veramente sovrano e la sovranità popolare si manifesta in tutta la vita dello Stato
Palmiro Togliatti (con le pinze).

Veniamo a noi.
Per scienza politica e giuridica consolidata, repubblica significa:
- libertà personale,
- libertà di manifestazione del pensiero,
- diritto di riunione e associazione,
- partiti politici,
- diritto di voto.

Ad essi si aggiungono, sempre per dottrina consolidata:
- inviolabilità dei diritti fondamentali dell'uomo,
- principio di unità ed indivisibilità della Repubblica.

Tutto questo, oggi, non esiste più.

G. Sartori, tempo fà, scriveva che Berlusconi stava svuotando la democrazia dall'interno.
Secondo me, questo è quello che ha fatto, prima di lui, il fine Andreotti.
Egli, Giulio Andreotti, oggi prescritto per associazione mafiosa, praticava e sosteneva il 'voto delega'.
Forte, in tutti i sensi, della tradizione pontificia, costruita, random, sulle ceneri dell'Impero Romano e goffamente adattata ad una repubblica democratica di respiro europeo.
Andreotti, che pure fu membro dell'Assemblea Costituente, trascorse ed impegnò tutta la sua vita alla distruzione di ciò che finse di appoggiare.

Per 40 anni dominò la scena politica.
40 anni di stragi, sofferenze, ingiustizie, diritti e libertà negate.
40 anni di insopportabile ipocrisia.
Il caro Indro Montanelli, all'epoca, suggeriva di tapparsi il naso.
Il suo (di Andreotti) potere, complice la C.I.A., fu il trionfo della vanità, del potere fine a se stesso.
L'Italia pagò un prezzo altissimo ed umanamente inaccettabile.
Indro Montanelli fu fascista prima di capire che stava dalla parte sbagliata e di diventare antifascista.
Aprì le porte a Mussolini e si pentì, ma pochi decenni dopo commise, secondo me, lo stesso errore e spalancò le porte al 'liberale' editore Berlusconi e solo dopo, di nuovo, si pentì. Disse di aver conosciuto due Berlusconi, ma secondo me Berlusconi era solo uno e c'è un rapporto di mezzo a fine tra la scalata per il controllo dei media e l'attuale occupazione di Palazzo Chigi.

Ma torniamo a noi.

Arrivò Craxi.
Convinto di essere uno statista e convinto di aver ereditato un Paese già ferocemente ed irrimediabilmente corrotto, spese tutte le sue forze per dare cittadinanza ad ogni sorta di utile mediocre.
Ci riuscì.
La corruzione divenne sistema.
Andreotti, che pure faceva parte del CAF (Craxi, Andreotti, Forlani), nulla poté contro il nuovo corso, che pure si preannunciava addirittura peggiore del suo.

Il tramonto, si fa per dire, di Andreotti fu l'alba di Craxi.

La guerra fredda finiva.
L'Italia era ad un bivio.

Nel 1848, Mazzini disse due cose:
- unità nazionale e
- repubblica.

Cavour replicò, in buona sostanza:
unità sì, repubblica no.
Non lo disse a Mazzini, lo disse a se stesso.

L'Europa si sollevava, ma Carlo Alberto non voleva concedere l'ormai necessaria Costituzione liberale.
Gioberti e d'Azeglio, armati di santa pazienza, alla fine riuscirono a convincerlo e Carlo Alberto firmò e concesse la Costituzione (Statuto Albertino) il 4 marzo 1848.

Il 17 marzo 1861 Vittorio Emanuele II, suo figlio, fu proclamato Re d'Italia.
Dopo una lunga, ipocrita, strumentale, snervante e faticosa propaganda (allora non esisteva la tv), Cavour era riuscito ad usare i due più grandi eroi del Risorgimento: Mazzini e Garibaldi.
Mazzini, spremuto come un limone e castrato nei suoi sogni repubblicani, finì in esilio.
Garibaldi, ancora oggi è un pò incompreso, a volte odiato, dalle popolazioni del mezzogiorno.

Ma torniamo a noi.
Andreotti ci lascia in eredità Craxi.
E' curioso come alla sopravvivenza del primo al secondo corrisponda la successione politica del secondo al primo.
Il craxismo avrà fortuna in Italia e, a dispetto degli sforzi della magistratura e dell'indignazione popolare, cambierà per sempre le Istituzioni..

L'Italia, ingenua, ancora non sospetta dove andrà a finire.

Un pò di tritolo disseminato tra Capaci, Via D'Amelio, Roma, Firenze e Milano le chiarirà le idee.

La mafia dei Corleonesi, tronfia dei suoi crimini e comprensibilmente fiduciosa, stappa lo Champagne mentre l'Italia, ancora fedele alla Repubblica amaramente listata a lutto, si raccoglie per l'ultima volta e ignara, definitivamente, si piega al nuovo regime.

1994.
L'era Berlusconiana.
Il piduista Berlusconi, forte dei primi due tasselli del piano di rinascita ( l'ormai avviata demolizione dell'istruzione pubblica e il controllo dei media) si accinge alla facile scalata.
La minaccia mafiosa indigna e piega, in una parola, funziona.
Gli italiani, confusi e feriti, cercano santi in paradiso, ma trovano solo conniventi e infidi diavoli dell'inferno.
Da allora, l'Italia intraprende la più triste delle discese fino ad affondare carponi in una maleodorante, gigantesca discarica.

A dispetto dell'ottimismo di Sartori, dell'Italia non è rimasto più nulla.
Non hanno risparmiato neanche la forma.
Buffoni, cialtroni, prostitute fanno da contorno ad un sistema di potere ormai spudoratamente e totalmente illegale.

Con l'arroganza di un potere da repubblica delle banane, sbeffeggiano la Magistratura.
I Magistrati, in primis tentano di corromperli; se non cedono, li ricattano e minacciano; gli irriducibili vengono sepolti, vivi o morti.
Lo stesso trattamento è riservato ai cittadini, agli imprenditori, ai giornalisti....
Nel letamaio italiano, non c'è spazio per aspirazioni repubblicane.

Varrebbe la pena saperne di più.
Sapere è potere.

Nessun commento:

Posta un commento