"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

lunedì 14 settembre 2009

Ci mancherà

Lui è ancora lì che incombe minaccioso sul futuro ed il presente della democrazia italiana mentre cupi presagi di colpi di coda atterriscono i nemici e lasciano noi, umili cittadini, nell'ansiosa e timorosa attesa di ciò che potrà succedere. Eppure è nell'aria, palpabile, la sua fine politica.
Ebbene ci mancherà quest'uomo. Il miglior presidente del consiglio dei 150 anni della storia d'Italia, il recordman mondiale di gradimento pubblico al livello del mare, la musa ispiratrice di comici e scrittori satirici, il presidente imprenditore, operaio, pompiere, ferroviere, giardiniere, architetto, allenatore di calcio, barzellettiere, padre e marito modello di tutte le famiglie che ha avuto e ad un tempo instancabile amatore, cantante e autore di canzoni indimenticabili. Cattolico devoto pronto a giurare la propria onestà sulla testa dei figli. Generoso mecenate sempre disposto a prendere sotto la sua protezione le giovani fanciulle di talento dello spettacolo italiano. L'uomo capace di risolvere complicate controversie internazionali dalla nomina del segretario della Nato alla questione del gasdotto turco fino all'ingaggio di Shevchenko. Il Capo di Governo che vanta il maggior numero di tentativi d'imitazione.
In grado di unire in sé il genio strategico di Alessandro Magno, Giulio Cesare, Napoleone Bonaparte, Benito Mussolini e Clemente Mastella. Più andreottiano di Andreotti, più craxiano di Craxi.
Superman, unto del signore, uomo immortale. A 73 anni capace di non sorprendersi vedendo infilarsi nel letto giovani e avvenenti ragazze senza nutrire alcun sospetto che qualcuno possa averle pagate per farlo. D'altronde chissà a quanti pensionati titolari di social card è successo la stessa cosa e magari proprio per questo motivo si sono dimenticati di utilizzare i congrui accrediti ricevuti dal Governo.
Uomo abile e fortunato, capace di trasformare in oro tutto quello di cui si impossessa anche se costantemente accompagnato nella sua carriera di premier dalle peggiori catastrofi (per gli altri): dall’attentato alle torri gemelle al crollo della finanza e dell’economia mondiale.
Sempre pronto ad anteporre il noi all'io, l'interesse comune ai suoi interessi privati.
Quale altra mente avrebbe potuto pensare di accogliere i terremotati abruzzesi nelle loro nuove c.a.s.e. con il gentile omaggio di torta e spumante, un'accoglienza da fare invidia a chissà quanti villaggi turistici e a quanti convegni di informatori medico-scientifici? Che sobria raffinatezza di fronte ad una tragedia che ha spazzato via vite umane, che ha lasciato decine di migliaia di persone senza casa e senza lavoro. Allora perché non allietare il rientro in una casa di persone sfinite da mesi di vita in tenda anche con la distrazione di escort e gigolo piuttosto che con la melliflua e viscida presenza di Bruno Vespa? Cosa c'è di male a trasformare il diritto di ogni cittadino al soccorso e alla ricostruzione della propria abitazione, distrutta da una catastrofe naturale, in una generosa elargizione di cui fare spettacolo?
Lo statista delle simpatiche battute e della politica del cucu', in grado di riportare il prestigio internazionale dell'Italia e del popolo italiano a livelli che non si conoscevano dai tempi dell'elezione di Cicciolina al Parlamento.
Ci mancherà la sua corte, anche se parlare di nani e ballerine sarebbe offensivo per l'antica e nobile arte circense. Piuttosto politici come Tremonti, Brunetta, Gasparri, Carfagna, Brambilla, Carlucci, Capezzone, Bondi, Bonaiuti fanno venire alla mente una triste compagnia di avanspettacolo o figuranti e attori di quart'ordine di un film dei fratelli Vanzina.
Quante petizioni, quante raccolte firme, quante manifestazioni in suo nome … monumento e testimonianza vivente, per ogni giorno di permanenza al potere, dell’italica indole vile, scioccamente furba e servile.
Ma in questa profonda mestizia non può mancare una consolazione. Se un giorno davvero arriverà il momento, coloro che lo sostituiranno, Fini, Casini, forse Rutelli e D'Alema, saranno gli stessi che ne hanno permesso l'ascesa, saranno gli stessi che ne hanno condiviso gran parte delle scelte e goduto di tanti frutti del suo potere. Stiamo tutti tranquilli, non cambierà niente.

Dio salvi l'Italia. Gli italiani difficilmente lo faranno.

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