"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

domenica 22 novembre 2009

Cara vecchia Europa

Dunque, Presidente permanente dell’Unione Europea: tale Herman Van Rompuy; Ministro degli esteri dell’Unione: una certa Catherine Ashton.
Il primo è belga, la seconda è inglese. Nessuno dei due ha un intrinseco valore politico. Entrambi, così abbinati, sono però espressione di un equilibrio noto.
L’unione europea è rinviata (come al solito) a data da destinarsi.
In diretta dal XIX secolo, si confermano in pole position tre storiche e immancabili protagoniste della vecchia Europa: Gran Bretagna, Francia e Germania.
Le seconde, con consueta eleganza, evitano lo scacco della prima muovendo la piccola pedina belga.
La Gran Bretagna incassa e con ‘anglosassone savoir faire’ si accaparra la rappresentanza estera.
Se consideriamo che il Regno Unito è il più ‘estero’ dei paesi europei, i conti in un certo senso tornano.

Veniamo alla provincia italiana.
D’Alema c’è rimasto male. Tenta di consolarlo, tra gli altri, la Marcegaglia: «Mi dispiace. Per l'Italia sarebbe stata una cosa buona. D'Alema certamente aveva le caratteristiche per poter svolgere questo ruolo nel modo migliore».

Mi chiedo cosa faccia la Marcegaglia la mattina quando si guarda allo specchio.
Immagino che questa signora sappia molto meglio di me che l’Italia è attualmente un letamaio imbarazzante e che da quindici anni non è in grado di esprimere un qualsiasi governo; che dei bizzarri individui (tipo D’Alema) si scornano nei labirinti di palazzi di proprietà dello Stato per rappresentare nient’altro se non gli interessi della Marcegaglia stessa e pochi altri.

Diciamo che era scontato che l’Italia di d’Alema, e quindi di Berlusconi, non fosse minimamente presa in considerazione.
Dico anche che secondo me andrà diversamente a Draghi con la BCE.
L’Europa è strana, quando parli con l’Europa non si capisce mai bene con chi stai parlando.

Ps: ho l'impressione che i nostri politici italioti contassero sulla fuoriuscita di D’Alema dalla sceneggiata politica italiana. Ora per Bersani sarà un po’ più difficile far credere che è il segretario del PD e forse non sarà l'unico ad avere problemi.

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