"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

giovedì 25 febbraio 2010

Maglioncino

 
 
di Giovanni Percolla
 
Chi si occupa di emergenze non può certo perder tempo ad annodarsi la cravatta, ed è per questo che Bertolaso non abbandona mai il maglioncino dal bordo tricolore.
Indossava appunto l'immancabile indumento un mese fa quando Lucia Annunziata lo incontrò - reduce da un'intervista di Alain Elkann - per portarlo (con fatica) nella propria trasmissione, dove Bertolaso denunciò la "patetica" situazione di Haiti dove gli americani, oltre a "confondere l'intervento militare con quello di emergenza", avevano esagerato in spettacolarità: "una volta arrivati sul luogo di un disastro - disse - si pensa subito a mettere un grande manifesto con lo stemma della propria organizzazione, e a fare bella figura davanti alle telecamere".
Troppi show televisivi per la protezione civile americana, troppe cravatte, mentre noi - oltre ad esser riservati - non confondiamo certo gli interventi di emergenza con le altre cose, e per esempio sappiamo bene che è grande emergenza tirar fuori le spoglie di padre Pio o metter su le regate internazionali.
Giorni fa Bertolaso è stato stanato da quelli di Reality, e senza volerlo si è ritrovato su La7. C'è poi voluto del bello e del buono per convincerlo ad andare a Matrix. Ha trascorso ancora una serata a Ballarò, giusto perché di strada, e quel mattacchione di Vespa, quasi a sua insaputa, lo ha trascinato ancora nel salotto di Porta a Porta. A Messina infine è giunto in punta di piedi come soltanto i fedeli servitori della Patria sanno fare, e solo per un attimo di distrazione si è ritrovato a parlare in pubblico delle proprie beghe private.
Altro che telecamere come in America: sobrietà ci vuole. E maglioncino.

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