"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

mercoledì 17 marzo 2010

Il popolo viola con il centro sinistra nella manifestazione di Roma del 13 marzo

Avvertenza: non so se sono riuscito a rappresentare efficacemente il mio pensiero ma con questo post intendevo esprimere un'amara critica nei confronti dell'opposizione e dei suoi leader ..

Finalmente, il 13 marzo a Roma, ha manifestato unitariamente il centro sinistra. Finalmente tutti insieme hanno denunciato apertamente il progetto autoritario ed eversivo del governo Berlusconi.

Per quanto mi riguarda, ho apprezzato particolarmente Bersani, un grande intervento il suo, un discorso da leader e da futuro Premier. Superiore a quello di tutti gli altri esponenti politici presenti. Una spanna sopra a quello di Vendola che pure infiamma da par suo la piazza. Due spanne sopra gli altri, compreso Di Pietro impacciato più del solito nel suo eloquio, forse per i vincoli posti al suo intervento sulla questione Napolitano, forse perché non si trova di fronte ad una piazza tutta sua.
Mi ha convinto Bersani, la sua energia e la sua forza, il richiamo a due parole – Democrazia e Lavoro – che sono la storia della sinistra, le argute stilettate che riserva a Berlusconi, il toccare i temi concreti della vita delle persone: l’economia, la scuola, la salute, l’ambiente, la denuncia degli slogan e degli annunci berlusconiani rivelatisi niente più che semplici bluff.
Berlusconi è ancora troppo forte per essere finito, conclude Bersani, ma da ora in poi il centro sinistra si ricandida alla guida del Paese.
E’ un discorso che è riuscito a farmi dimenticare tutti gli errori e le omissioni del centro sinistra di questi anni ultimi quindici anni (cfr. Megachip):
sui privilegi della casta, sul conflitto di interessi, sulle regole antitrust in materia televisiva, sul progetto di riforma costituzionale da fare insieme a Berlusconi nella Bicamerale presieduta da D’Alema, su Mastella ministro della Giustizia (!), sul precariato, sulla privatizzazione dello Stato, su Bertolaso confermato nella sua carica dall’ultimo governo Prodi, sull’equità fiscale, sulla scelta di Giorgio Napolitano quale Presidente della Repubblica, sulle strane posizioni di Violante sulla giustizia, sulle candidature di De Luca in Campania e di Loiero in Calabria, sulla partecipazione alla lottizzazione della Rai e della Sanità, sulla questione morale apertasi in tante amministrazioni di centro sinistra. Fanno dimenticare persino l’ultimo inciucio del Pd in Sicilia con Lombardo e Miccichè – Dell’Utri.
Ne sono sicuro, da ora in poi sarà tutto diverso: non si tratta della solita tattica di alzare i toni nel periodo pre-elettorale. C’è il Popolo Viola che ora vigilerà sui comportamenti futuri dei nostri leader.
La manifestazione del 13 marzo è stata la dimostrazione lampante di come siano stati i partiti a piegarsi ai valori ed ai principi che il movimento guidato da Mascia e San Precario ha richiamato prepotentemente in questi mesi e non, al contrario, che questo si sia fatto strumento di propaganda e consenso di vecchie oligarchie di potere.
Le sciarpe viola che così tanti politici hanno indossato durante la manifestazione non sono d’altronde la migliore garanzia della loro buona fede e cristallina volontà?
Eppure, abbandonando la sin troppo facile ironia, quale può essere l’unica scelta consentita ad un cittadino democratico ed onesto di fronte alla vergogna e allo sdegno che suscitano i provvedimenti e l’ideologia inaccettabile di questo Governo?
Cos’altro è possibile fare se non cedere al ricatto ed aggrapparsi a tutte le possibili ragioni per votare alle prossime Regionali i partiti che si oppongono a questo Governo, cercando candidati sinceramente riformatori e liste pulite? Cosa penseremmo di noi e dell’Italia se nel Lazio, ad esempio, prevalesse la Polverini, nonostante tutto e tutti, nonostante chi l’accompagna nell’avventura elettorale: i fascisti, i clericali, il ras di Fondi Fazzone, i balordi che hanno combinato il pasticcio delle liste?
Coloro che non si sono mai arresi potrebbero tollerare un rafforzamento del PDL alle elezioni e perdonarsi di non essere andati a votare?
Se le prossime regionali saranno un referendum pro o contro Berlusconi, io non mi astengo e voto contro.
Certo, sapendo bene che per lottare per un’Italia più libera e giusta, per la democrazia, per la difesa e l’attuazione della Costituzione serve ben altro.

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