"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

martedì 23 marzo 2010

L'eversore - Il popolo dell'amore

di Andrea Demontis

Doveva essere la festa dell'amore che vince sull'odio, è stato un casino senza precedenti. L'avevano presentata come una manifestazione non di protesta, ma di proposta, è stata tutt'altro. Coraggiosamente ho tappato il naso e nel pomeriggio di sabato ho acceso la diretta streaming della manifestazione promettendo a me stesso di guardarla con occhi imparziali, ma è stato impossibile. Pensavo di prendere qualche appunto, segnare giusto le castronerie più clamorose che sarebbero uscite dalla bocca del capo banda (quotate tra l'altro con segno negativo dalle agenzie di scommesse) ma ho riempito pagine e pagine del mio taccuino. La Moleskine mi farà causa per atti vandalici. E non poteva essere altrimenti, mica potevamo aspettarci uno spettacolo piacevole.
La piazza era un impasto informe che comprendeva tutti i fantastici risvolti dell'amore berlusconiano, una roba ai limiti dello splatter con influenze grottesche. Ci sono i ragazzi del Fuan che alternano saluti romani a slogan che invitano magistrati e giudici a “infilarsi le sentenze nel c...”. Stilnovisti incompresi. Non mancano poi i riferimenti, sempre amorevoli, agli avversari: lo striscione che recita la scritta “Famoli viola” è una chiara e limpida manifestazione d'affetto. Il sentimento più nobile della natura umana raggiunge però il suo apice con i cartelloni dei militanti della “Giovane Italia” nei quali sono raffigurati i principali tarocchi nazionali: Di Pietro è la carta del matto, la Bonino quella della morte. Poco male se alla loro destra non comparisse il tarocco della giustizia: Paolo Borsellino, ucciso dalla mafia il 19 luglio 1992. Singolare il modo di commemorare un servitore dello Stato che è morto sotto le bombe delle stragi. Belle cose, bella gente. Bestie è l'unico aggettivo con il quale si possano classificare questi relitti della società.

Il Tg3 nell'edizione delle 19, mostra una serie di manifestanti, e le interviste ad alcuni di loro hanno del paranormale. Mica ragazzini poi, persone adulte. Il primo ad essere intervistato è un brizzolato signore sulla cinquantina che alla domanda: “Di cosa vi siete veramente stufati in questo paese?”, risponde: “Della giustizia”, senza aggiungere altro. Andate a rubargli in casa, tanto la giustizia gli sta stretta, non sarete perseguibili penalmente, lui è per il ritorno allo stato di natura. Un altro intervistato invece fa un po' di confusione, è un ragazzo sulla trentina, aspirante politologo credo. Lo capisco perchè quando l'inviata gli chiede: “Per che cosa state manifestando oggi qui a Roma?” lui prontamente risponde: “Contro la sinistra politicizzata”. Eureka!!! Che uno schieramento politico sia politicizzato non lo scopriamo di certo oggi, non si occupano mica di taglio e cucito i politici italioti (forse). Rimandato a settembre. Silvio insegna che è la magistratura ad essere la politicizzata, la sinistra non lo è ancora, non c'entra proprio un fico secco con la politica. Il Pd fa harakiri, mica opposizione.
Per condire il tutto, la musica la porta Demo Morselli che, variando sapientemente tra Renato Zero, Laura Pausini e altri “capostipiti” della musica italiana, riesce a riprodurre quel clima da pollaio in stile “Buona Domenica”. Tutti cantano, si divertono, e si lasciano andare ogni tanto a qualche insulto, ma sempre con amore. C'è anche chi non capisce bene dove si trova, è stato pagato da agenzie interinali per essere lì e conosce a malapena il nome del partito organizzatore della manifestazione. Per una volta son stati coerenti con il loro vero amore, quello a pagamento. Tutti però si uniscono sotto un unico segno: aspettano la benedizione dell'unto da sé, quella che li redimerà per sempre. Per loro ascoltare un discorso di Berlusconi equivale ad una preghiera a La Mecca per un mussulmano. Fanno da Ciceroni La Russa e Verdini ripetendo fino alla nausea di aver superato il milione di partecipanti, sanno che una menzogna, per diventare verità, ha bisogno di essere ripetuta infinite volte. Credono che il gruppo più numeroso sia oggettivamente il più bello e possa definirsi il vincitore, come se fosse importante la quantità e non la qualità dei manifestanti. Il popolo dei cervelli funzionanti contro quello dei lobotomizzati. Ma a loro non interessa. Anzi, basta semplicemente che i cameraman assunti per le riprese riescano, con un sapiente gioco di spazi e di inquadrature studiate a tavolino, a far sembrare realmente strabordante una piazza che nei fatti è piena a metà e mostra parecchie zone vuote.
Il fatidico e tanto atteso momento finalmente arriva e l'ingresso del paladino della libertà (dai processi) viene accompagnato da quel capolavoro della musica moderna intitolato “Meno male che Silvio c'è”. Devono aver premuto il tasto del repeat, perchè l'inno della libertà inizia, finisce e ricomincia da capo innumerevoli volte, maltrattando timpani e coscienze. Lo sproloquio è come sempre consono alla situazione. Berlusconi è un disco rotto, ripete ormai da secoli le stesse cose, il carisma però non è più quello di un tempo. Sottopone la piazza ad una valanga di domande, le risposte lasciano molta scelta: o si risponde si o si risponde no. Potenza della democrazia. “Volete che torni al governo la sinistra con i suoi pollai televisivi?” e tutti in coro: “Noooooooooo”. “Volete lo stato di polizia tributaria?”. La risposta già la sapete, ma il picco di amore lo si raggiunge quando il Nano domanda: “Volete che la sinistra spalanchi le porte agli extracomunitari?” e via con un boato in senso negativo che fa tremare il terreno della piazza. Un boato razzista, intollerante, inammissibile. Perchè loro sono quelli che amano, nelle loro case l'amore vince sempre sull'odio. Sempre che non ti chiami Abdel e vieni da un paese lontano. In quel caso, se ti va di culo, ti spruzzano detersivi e prodotti chimici sul viso. Nella peggiore delle ipotesi, invece, ti impallinano, così per divertimento, ma sia ben chiaro, sempre e comunque con amore.

Fonte: http://www.facebook.com/note.php?note_id=377742699353

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