"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

giovedì 14 ottobre 2010

L'appello di Articolo 21

RIDATECI LA RAI, MANDATE A CASA MASI!

Non sappiamo quello che accadrà alla politica italiana, alla maggioranza e alle opposizioni. Non sappiamo se si andrà presto al voto o se il governo proseguirà la propria strada. Non sappiamo se l’Italia presto avrà un governo stabile. Non sappiamo quello che sarà il futuro della scuola, dei precari, dei lavoratori, degli studenti, degli immigrati, dei lavoratori che muoiono sul lavoro, dei carcerati che si uccidono.
Sappiamo però che quello che quotidianamente esce dal servizio pubblico in termini di informazione dell’opinione pubblica, eccetto qualche piccola eccezione, non racconta con oggettività quello che sta accadendo nel nostro Paese. E sappiamo che si vuole mettere un bavaglio a chi, nel servizio pubblico, tenta, con sforzi sovrumani, di fare il proprio lavoro. Giornalisti, operatori, autori, maestranze che sentono la responsabilità di stare in una azienda pubblica che, prima fra tutte, dovrebbe avere la capacità di interpretare la società partendo proprio dal racconto di quello che davvero avviene. Ma a fronte di chi realizza il prodotto con le proprie mani, idee, sforzi e creatività c’è chi, in Rai, elogia e loda chi cancella le notizie, non dà le rettifiche e perde gli ascolti.
E’ il direttore generale della Rai, che perseguita, tenta di cacciare, insulta e infastidisce chi dà le notizie, chi fa le inchieste e chi vorrebbe continuare a fare con onesta, correttezza e oggettività il proprio mestiere. E’ del tutto evidente che l’unica persona ad essere incompatibile con il servizio pubblico è proprio lui. Chi ostacola i fatti non è compatibile con il servizio pubblico della Rai. Per questo noi, che del servizio pubblico siamo non solo utenti ma anche proprietari, che il servizio pubblico lo finanziamo con i nostri abbonamenti, con il nostro “ruolo” di consumatori e utenti, chiediamo che Masi si dimetta o venga sostituito perché in questa Rai faziosa non c’è pluralismo e non c’è il racconto vero del paese in cui quotidianamente viviamo. Ridateci la nostra Rai

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di Michele

La sospensione di Anno Zero è una grave e inaccettabile decisione da regime sudamericano.
La decisione di sospendere è conseguenza di un clima di continue pressioni e intimidazioni rivolte ai liberi giornalisti come Santoro e Travaglio.
Le minacce per far chiudere Anno Zero sono negli atti delle intercettazioni della procura di Trani, il direttore della Rai Masi disse che quelle minacce di Berlusconi rivolte all'ex membro dell'Agcom Giancarlo Innoncenzi erano minacce che nemmeno in Zimbabwe si usa fare e nonostante ciò è arrivata la punizione per Santoro e Anno Zero.
Invece Minzolini riceve lodi per aver trasformato il Tg1 in un telegiornale pro Berlusconi, un telegiornale che omette e censura notizie scomode a Berlusconi e i suoi sodali, Minzolini può abusare del servizio pubblico con gli editoriali che sembrano comizi da militante, gli è consentito calpestare le regole deontologiche del giornalismo, con danno alla formazione del pensiero critico del telespattatore oltre al mancato rispetto delle regole alla base della democrazia come la mancanza del pluralismo e del contraddittorio. Minzolini è l'esempio della faziosità politica e non di certo Santoro punito pretestuosamente per un "vaffan...bicchiere!!!"

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