"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

domenica 19 giugno 2011

Nulla di nuovo dal fronte padano …

Foto tratta da http://sollevazione.blogspot.com 
Come quasi tutti pensavano nulla di nuovo dalla riunione padana di Pontida. La Lega non può provocare la crisi perché, come ammette lo stesso Bossi, in caso di elezioni anticipate vincerebbe il centro sinistra ma non può nemmeno continuare a sostenere un governo inesistente e fallimentare, perdendo sempre più la fiducia del proprio elettorato, e magari trovandosi a subire – fra qualche settimana o qualche mese – una crisi causata, con una maggioranza alla Camera risicatissima, da qualche 'responsabile' deluso o pentito o dalla scissione di qualche altro pezzo del PDL. Intanto riproporre, dunque, tutto il repertorio della più becera propaganda leghista contro l'Italia e Roma ladrona (quei palazzi del potere e del privilegio dove peraltro gli esponenti leghisti si sono da tempo bene accomodati), evocare nuovamente la secessione e presentare a Berlusconi e Tremonti (che ha improvvisamente perso il ruolo di fidato interlocutore della Lega) il conto di proposte inaccettabili: quattro ministeri da trasferire da Roma al nord, la fine degli interventi militari italiani all'estero (magari!), l'esenzione dal pagamento delle multe UE per gli allevatori che hanno violato le quote latte definite in sede europea, la riforma fiscale subito con annessa difesa delle partite IVA dai soprusi di Equitalia. Insomma la Lega prende tempo. Così come prendono tempo Berlusconi, cercando di galleggiare fino al 2013 confidando di scavallare per prescrizione qualche altro processo e nella speranza di trovare il modo da qui alle elezioni di riconquistare consenso elettorale, Tremonti, stretto tra gli inviti dei 'suoi' ad abbassare le tasse e le richieste delle istituzioni finanziarie europee e delle agenzie di rating di attuare al più presto quella manovra finanziaria da 40 miliardi di euro e passa che si pretende per mettere in sicurezza i conti pubblici italiani (un cerino acceso che si cerca di lasciare a qualcun altro), Bersani, tra una maggioranza alternativa che già c'è (quella dei referendum) ed una che si persegue perché gradita ai poteri forti come Confindustria e Vaticano (quella con il Terzo Polo di Fini, Casini e Rutelli). Prendere tempo e forse una soluzione per tutti loro (a parte Berlusconi ovviamente) c'è: una legge elettorale proporzionale che consenta a ciascuno di mantenere la propria fetta di potere senza doversi sottoporre alla resa dei conti (e alle scelte inequivocabili) di una elezione con il maggioritario.
Per altri motivi, per ripristinare un minimo di pluralismo democratico, per impedire incombenti soluzioni autoritarie, forse una buona soluzione (il proporzionale) anche per il popolo italiano.

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