"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

venerdì 15 luglio 2011

POVERTA' (di Giandiego Marigo)





Come vi si racconta povertà?
Non c'è, sapete. nessuna nobiltà
in denti rotti in bocca
né sdegnoso distacco, nel non aver vestiti
non Valentino vestito di nuovo
nessuna brocca di biancospino
nessuna tenerezza, né dolcezza
non né mediazione o compromesso
non c'è molta poesia nella paura!
La compassione poi dà persin fastidio
non c'è gloria in una camera ammuffita
in un armadio di vestiti smessi
tutti più larghi o stretti
di quanto poi non serva.
Tutti vecchi e dismessi
tutti che ti qualificano
poi, per quel che sei
nessuno e niente.
Fuori dal tempo, inelegante, povero!
Non c'è nulla di epico
nel perder casa, nel non averla affatto
nel non veder futuro!
Non c'è interesse in voi,
che fate solo finta, d'ascoltare.
Nulla di eroico o di spirituale
ed è persin difficile da dire.
Nessun piacere si prova
nel narrare d'impotenza e dolore
Non c'è interesse, certo in chi t'ascolta
non è una bella storia
non c'è pathos, poca o nulla suspance
si rappresenta solo il fallimento
morta speranza
fa solo un po' paura, nulla di bello.
Come posso spegarvi umiliazione
se non ci son parole,
se non c'è il modo giusto a raccontare.
Se a volte è impossibile ascoltare?
Come posso spiegarvi
il rinunciare alla socialità
per la vergogna, della tua bocca
del tuo vestito vecchio e stretto
di anni ed anni...in cui
hai disimparato a stare insieme
per te è normale il scegliere
un vestito, per uscire di nuovo
questa sera
chi sono io...il pezzente
per dire a te che no!
non è normale, anzi è dolore
e persino umiliazione?

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