"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

mercoledì 23 novembre 2011

CHIACCHIERANDO DI DISFATTISMO, DISERZIONI E D'ALTRE FACEZIE








di Giandiego Marigo

Il mondo cambia rapidamente...e noi ,beatamente non ce ne accorgiamo.
Oggi ho parlato con un giovane studente di medicina, prossimo laureando, che mi ha narrato una storia che non mi aspettavo o meglio che mi aspettavo, ma che si è presentata sin troppo presto:
“Oggi come oggi” mi ha detto “ Non puoi essere non d'accordo con il governo Monti, se lo fai ti poni automaticamente fuori del sistema...dove stanno gli spostati, gli sfascisti. Sopprattutto non lo puoi fare se sei in un contesto sociale dal quale dipende il tuo futuro. Se ti dimostri troppo altro rispetto al sistema, questo non ti viene perdonato e ti bolla, ti isola e in una corsia d'ospedale o all'università...o comunque in un contesto sociale è terribile.
E' sempre esistita questa cosa, ovviamente, ma dopo la caduta dl Berlusconi si è decuplicata ed il metodo con il quale ti tengono -dentro-. Obbligandoti ad essere parte del gioco. Non è praticato solo dagli uomini di potere, che lo hanno sempre fatto,ma anche dai tui -vicini-. Io per esempio sono sotto-mira e pressione dei miei, sino a ieri, amici dei Giovani Democratici, che non si fanno alcuno scrupolo di farlo anche in modo arrogante. Essere in questi giorni dell'area di Rifo o del 5 stelle o anche un sano e robusto anarchico è deleterio, persino rischioso, non comviene affatto manifestarlo troppo, se ci tieni a laurearti in tempo utile
Sino a ieri tu potevi essere avverso al potere, perchè, che tu volessi meno, ti facevano rientrare, statisticamente, nell'area dell'opposizione, ma oggi non esiste opposizione e se non sei leghista...diventi automaticamente disfattista e disertore, nemico del paese.
Attribuzioni ed aggettivi pesantissimi, comportamenti lesivi della libertà, tenuti con assoluta normalità ed indifferenza, quasi fossero normali e dovuti e fossi tu il -diverso-. Comportamenti che ho sempre pensato venissero usati solo in tempi di regime. C'è aria pesantissima su questo. Un tempo ti mettevano in galera se eri un antagonista...oggi ti isolano, ti soffocano, ti tagliano fuori dal gruppo! Molto più efficace con la mentalità corrente. Oggi essere troppo fuori dal pensiero unico non è permesso... e non è necessario reprimerti, basta non darti acqua ed ossigeno.”
Il giovane uomo in questione non è un mai d'accordo come me, non è uno spostato, un ex hippy tendente all'homeless...è un ragazzo di buona famiglia, normalissimo, come centinaia di figli di mamma.
Eppure ha colto la sottile, angosciante e terribile differenza di aria che si è verificata da un poco di tempo...questi son tempi in cui il dissenso perde ogni fascino e diventa disfattismo. In cui il non schiearsi con una tifoseria maggioritaria è diserzione. Si può stare in mezzo, anzi si fa a gara per farlo, ma solo con atteggiamento responsabile e compunto...comunque compreso e direzionato alla salvezza della nazione in pericolo...nell'unico modo possibile che viene uninanimemente riconosciuto e conclamato
Son tempi in cui si salva la patria e come, storicamente, son sempre stati questi tempi...si rivelano ideali per la carne da cannone per gli eroici predestinati al sacrificio (figli del popolo come sempre) e come sempre...i disertori vengono fucilati alla schiena senza troppi processi e gli eretici vengono bruciati senza nessuna cerimonia...perchè non essere d'accordo non è patriottico e nemmeno possibile i tempi come questi

Sui poteri forti e il complottismo

Posto qui le mie osservazioni in merito a quanto scrive Michele Martelli sul suo blog su Micromega

MICHELE MARTELLI – Se questo è un golpe. A proposito di “poteri forti” e complottismo
Si dice e si scrive da più parti, in modo trasversale, a destra e a manca, sulla stampa e sul web, che il governo Monti sia stato voluto, preparato e imposto dai cosiddetti “poteri forti”. Quali? Ce n’è per tutti e per ogni gusto e disgusto. Vediamo. In primis la G.S. (Goldman Sachs, la più grande banca d’affari del mondo, americana, con sede a Jersey City), a doppio filo legata al Fmi (Fondo monetario internazionale).
Poi, in ordine di importanza decrescente, la Commissione Trilaterale (fondata nel 1973 da Rockefeller e Kissinger, con sede a New York, che per statuto mira a promuovere la “cooperazione” economica e lo scambio culturale tra Europa, Giappone e Nord America), la Bce (Banca centrale europea, con sede a Francoforte, istituita nel 1998 nel quadro del Trattato dell’Unione europea, al fine di coordinare le politiche monetarie dei paesi membri). Inoltre, Merkozy, ossia la Germania di Merkel e la Francia di Sarkozy, i padroni dell’Ue (“governo dell’asse franco-tedesco”).

lunedì 21 novembre 2011

Spagna e Italia: i conti non tornano

Per giustificare la nascita del governo di emergenza affidato a Mario Monti anziché il ricorso alle elezioni anticipate c'è stato detto e spiegato da parte della maggioranza degli economisti e dei commentatori più o meno autorevoli oltre che dalla quasi totalità dei politici, con il presidente Napolitano in testa, che l'Italia non poteva permettersi, di fronte alla turbolenza dei mercati e alla necessità di finanziare consistenti tranches in scadenza del debito pubblico, un periodo di incertezza legato alla campagna elettorale e all'assenza di un governo nella pienezza dei suoi poteri.
Eppure la Spagna, nonostante condizioni economiche e finanziarie non certo migliori di quelle italiane, ha potuto affrontare con una certa tranquillità questo passaggio.
Non vorrei dare l'impressione di coltivare teorie 'complottiste', ma mi sembra davvero difficile negare che il diverso percorso adottato nei due Paesi sia stato determinato dal fatto che in un caso, la Spagna, non vi erano dubbi su di un esito (la vittoria della destra del Partito Popolare di Rajoy) gradito ai 'mercati', agli speculatori, ai grandi poteri finanziari, alla BCE e all'FMI, mentre nell'altro invece, l'Italia, si sarebbero fronteggiati due contendenti a quelle 'entità' entrambi sgraditi: la coalizione di Berlusconi e un centrosinistra in cui sarebbero stati determinanti i voti di Di Pietro, Vendola (addirittura possibile vincente alle primarie) e forse anche dei comunisti.

domenica 20 novembre 2011

26 Novembre - In piazza per l'acqua, i beni comuni e la democrazia

26 Novembre - In piazza per l'acqua, i beni comuni e la democrazia
 

Bandiera_colosseo 
IL 26 NOVEMBRE IN PIAZZA PER L’ACQUA. I BENI COMUNI E LA DEMOCRAZIA

PER IL RISPETTO DELL'ESITO REFERENDARIO, PER UN'USCITA ALTERNATIVA DALLA CRISI


Roma, ore 14.00 - Piazza della Repubblica


Il 12 e 13 giugno scorsi la maggioranza assoluta del popolo italiano ha votato per l'uscita dell'acqua dalle logiche di mercato, per la sua affermazione come bene comune e diritto umano universale e per una gestione pubblica e partecipativa del servizio idrico.
Un voto netto e chiaro, con il quale 27 milioni di donne e uomini, per la prima volta dopo decenni, hanno ripreso fiducia nella partecipazione attiva alla vita politica del nostro paese e hanno indicato un'inversione di rotta rispetto all'idea del mercato come unico regolatore sociale.
Ad oggi nulla di quanto deciso ha trovato alcuna attuazione: la legge d’iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua continua a giacere nei cassetti delle commissioni parlamentari, gli enti locali - ad eccezione del Comune di Napoli - proseguono la gestione dei servizi idrici attraverso S.p.A. e nessun gestore ha tolto i profitti dalla tariffa.
Non solo. Con l’alibi della crisi e dei diktat della Banca Centrale Europea, il Governo ha rilanciato, attraverso l’art. 4 della manovra estiva, una nuova stagione di privatizzazioni dei servizi pubblici locali, addirittura riproponendo il famigerato”Decreto Ronchi” abrogato dal referendum.
Governo e Confindustria, poteri finanziari e lobbies territoriali, resisi conto che il popolo ha votato contro di loro, hanno semplicemente deciso di abolire il popolo, producendo una nuova e gigantesca espropriazione di democrazia.
IL RISULTATO REFERENDARIO DEVE ESSERE RISPETTATO
E TROVARE IMMEDIATA APPLICAZIONE

venerdì 18 novembre 2011

LA PAURA DI ESSERE ALTRO CHE NON SISTEMA

Di Giandiego Marigo

La reazione dei più vicini alla mia assoluta contrarietà al governo Monti mi ha fortemente colpito. Vi è disperazione in questo ed una vaga, fastidiosa forma di resa. Ho parlato con molti di coloro che mi hanno vituperato ed appellato, anche in modo offensivo, sfascista per esempio o disfattista per dire le meno pesanti, ma quasi tutti di fronte alle mie contestazioni alla fine concordavano con le linee di fondo dell'analisi, ma si arrendevano ponendo la medesima domanda “Che alternativa abbiamo, tu cosa proponi?”.


Molti di costoro erano, davvero vicini, pur nella diversità delle posizioni li ritenevo parte dell'Area di Progresso e Civiltà, forse moderati in alcune espressioni ed analisi, ma sinceramente convinti che fosse necessario modificare le premesse per cambiare qualche cosa. Ritenevo avessero compreso che senza una visione altra da quella sistemica non si poteva parlare di una reale alternativa a questo ordine di cose. Pensavo che il percorso sulla Coscienza dei Beni Comuni, quella che ci aveva portati alla vittoria referendaria, avesse cementato una base riconosciuta, che si potesse definire patrimono condiviso. Ero convinto che la quantità industriale di parole sprecate sulla Democrazia Diretta e sulla Sovranità Popolare che le continue, persino fastidiose per ricorrenza e ripetitività, indignazioni avessero finito con il fare breccia. Sino a far comprendere quale fosse la differenza fra “Sostituzione” e “Cambiamento”. Confidavo fossero in grado di riconoscere quindi un'occasione ed un'opportunità da un cambio della guardia.


Mi sbagliavo ed è triste doverlo ammettere.


Questo bisogno spasmodico di festeggiare la fine di un uomo che non è affatto finito e la trasformazione di un quadro politico che non c'è, dimostra tutto il vuoto che si è lasciato intorno.


Non c'è, non esiste una cultura dell'alternativa che sia patrimonio di molti.


Il Grande Fratello lo è, il Calcio lo è...la cultura della competizione ed il consumismo lo sono, ma non una cultura dell'alternativa, non un'educazione alla compatibilità, non una visione di un mondo che possa discostarsi da questo modello. Sicuramente non la capacità di prescindere dalle parole magiche che tutti, oggi, destra e pseudo-sinistra ripetono “a nastro” : Crescita e PIL


Mi sto trattenendo, perchè un'altra delle accuse che mi hanno fatto in questi giorni è di essere un Utopista (il che per me è, in fondo, un complimento), ma voglio essere moderatissimo in questa esposizione. La mancanza di una visione alternativa! L'incapacità di porla, anche solo di pensarla è la sconfitta vera, non il Governo Monti in quanto tale...che pure è quanto di peggio la pseudo-sinistra potesse sentirsi obbligata ad appoggiare. Eppure percorsi altri da quello della supina adesione ai ricatti FMI esistono e l'Islanda pur nella sua “piccola dimensione” ha dimostrato che sono una risposta e non un'utopistica invenzione. Il percorso dell'Argentina, pur travagliato ha indicato chiaramente che esiste una strada che non soggiace al ricatto elitario.


Ci sono stati accadimenti gravi e dolore in Argentina...vero, ma si è davvero convinti che in Italia non ci saranno altrettanto dolore e gravi accadimenti? Per nulla poi! Per essere ancora succubi al prossimo ricatto? Al prossimo giochino finanziario che verrà in mente all'elite? La ridiscussione dei rapporti monetari interni all'Europa, la ridiscussione dell'Europea stessa e dell'assenza di una coesione e di una politica dei popoli a favore della sola unione finanziaria, causa prima del male che stiamo patendo...sono tabù?


Oppure dobbiamo pensare di lasciare al localismo leghista questa discussione?


Il taglio delle spese militari? Mai toccate, mai discusse, mai menzionate, anche questo è Tabù? Possibile che quando si pensi a sacrifici debbano venire in mente solo Lavoro, Welfare e Pensioni? Possibile che si ripropongano Nucleare ed OGM come vie d uscita? Insieme alla immediata adesione a ricatti BCE ed FMI? Non voglio qui discutere di economia Barnard e Grillo lo fanno meglio di me...l'evidenza del gioco sporchissimo del potere bancario...è palese e rivelata in rete, basta volerla vedere. L'influenza ed il peso dei poteri forti, non sono io ad inventarli. Lo stesso neo-Premier ha tenuto a precisare di non esserne rappresentante, scoprendo così la propria enorme coda di paglia.


Voglio parlare dell'incapacità assoluta di pensare alternativa, dell'impotenza di chi non vede altra soluzione che chiedere ad un boia in servizio di scrivere un pezzo contro la pena di morte. Di chi pensa di non avere alternative se non appoggiare un govrerno sbilanciatissimo in senso capitalistico che ha già buttato lì...tanto per chiacchierare un paio di mostruosità, che nessuno contesta. Che diventano, improvvisamente ed assurdamente accettabili. Di un governo che non si pone alcun obbiettivo di modificazione paradigmatica o anche solo di benefica riforma, ma che anzi pone questo modello di mondo come unico possibile persino di più ed in modo più pesante di quello precedente. Ed ancora non è nemmeno questo il problema. Che il potere propronga sé stesso come unica via è normale...non lo è che non vi sia alternativa accettabile, proponibile.


Non lo è l'assenza assoluta di un percorso diverso...se non come Fantasiosa Utopia.


Allora facciamolo questo passo indietro ed ammettiamo la sconfitta e ripartiamo da nuove basi...da nuovi linguaggi, cercando di parlare allo spirito ed alla mente, cercando una globalità che sappia guardare anche al locale ma che non perda di vista il gioco ed il minuetto che sottende il potere globale ed elitario. Ripartiamo dal poco, da quello che abbiamo, dai movimenti.


Dalle Lotte Local/Globali, dalla Compatibiltà e dalla Difesa della Democrazia Referendaria, troviamoci sulle cose che cambiano il mondo e riscriviamo l'Abbecedario dell'Alternativa, cercando di evitare il peso inutile dei riferimenti per trovare nuove parole che ci dicano di Democrazia Diretta di Decrescita e Compatiblità, che ci parlino di Consumo Consapevole e di Redistribuzione della Ricchezza, di una Imprenditorialità Nuova eticamente e moralmente connotata, utile!


Che faccia crescere maturare il nostro rapporto con il pianeta piuttosto che guastarlo.


Utopia? A me non sembra io la chiamerei visione.


Poniamo al centro la biosfera...perchè così deve essere!


Fantasia ed ancora io non direi la chiameremmo piuttosto Alternativa Credibile.

All'opposizione del governo Monti. Noi vogliamo un altro mondo.



C'è chi ha sempre osteggiato Berlusconi, prima ancora della discesa in campo nel 1994, fin dagli anni ottanta durante i quali l'entrata a pieni uniti di questo personaggio in due ambiti fondamentali in cui si forma e si esprime la coscienza collettiva della società italiana e la cultura popolare, le televisioni e il calcio, il legame a doppio filo con il corrotto Craxi, suo protettore e protetto, l'adesione alla loggia massonica eversiva P2 di Licio Gelli, avevano mostrato in modo inconfutabile la sua predisposizione e la sua capacità di corrompere i costumi morali italiani e di cavalcarne i peggiori, di trasformare tutto ciò che toccava in oro per sé e le sue aziende e in melma per la maggioranza dei cittadini.
Eppure, di fronte alle sue dimissioni, gli oppositori più intransigenti ma più consapevoli a Berlusconi e al berlusconismo non riescono a gioire: il peggior governo della storia della Repubblica italiana termina il suo percorso non perché l'hanno sconfitto, con il voto e la mobilitazione nella società, i cittadini ma perché così hanno voluto gli speculatori, i cosiddetti 'mercati', le istituzioni finanziarie sovranazionali prive di legittimazione democratica quali BCE e FMI, Obama, Merkel, Sarkozy (fino al colpo forse decisivo del crollo del valore di borsa delle azioni di Mediaset).
All'orizzonte non appare alcuna catarsi nazionale, non vi sarà una resa dei conti, intesa non come vendetta ma come realizzazione della giustizia per punire almeno moralmente, con la riprovazione pubblica e l'esclusione dalle cariche elettive chi è il responsabile di questo interminabile e terribile ventennio berlusconiano (ammesso che possa considerarsi effettivamente concluso). Chi ha dato fuoco alla casa è ora in prima linea nella guida di coloro che dovrebbero spegnere l'incendio: Fini e Casini per tanti anni alleati del padrone di Mediaset, D'Alema e Veltroni che recano su di sé la colpa di non aver fatto approvare quando ne avevano la possibilità le norme sul conflitto di interessi ed applicare quelle sull'incompatibilità tra cariche politiche e titolarità di pubbliche concessioni che avrebbero potuto disinnescare o almeno ridurre la minaccia berlusconiana, il Vaticano e la Confindustria che hanno sempre preferito incassare i vantaggi che garantiva loro il governo delle destre invece di contestarne la palese violazione dei principi democratici e del dovere di agire per la realizzazione del bene comune, lo stesso PDL, il partito di Berlusconi, che è chiamato a sostenere e a definire, in una posizione tutt'altro che marginale, i contenuti dell'azione del nuovo governo.
E Super Mario Monti, l'economista 'competente', l'uomo senza macchia e senza paura, il Salvatore designato della Patria dov'è stato in questo ventennio? Mentre negli anni del fascismo vi furono professori universitari che rifiutarono di giurare fedeltà al regime con il coraggio di rispondere solo alla propria coscienza e senza mettere al primo posto la conservazione del proprio incarico, Mario Monti ha per lungo tempo condiviso, e riscosso i relativi dividendi quale la nomina a Commissario europeo, la filosofia di Berlusconi. Al più ha contestato (e non sempre) a questo governo alcune decisioni sotto l'aspetto tecnico ma mai negato la legittimazione democratica e morale, mai denunciato l'incompatibilità – lui preteso liberale e adoratore della concorrenza perfetta – tra la posizione di monopolista delle tv ed il ruolo di capo del governo.

domenica 13 novembre 2011

Colpire il portafoglio della Casta. L'appello di Jacopo Fo per cambiare realmente l'Italia.

L’Italia non uscirà da questo disastro se non ci sarà un vero cambiamento. Dobbiamo quindi chiederci quale sia l’architrave di questo sistema corrotto. La Casta continua a bloccare il sistema Italia grazie al potere di decidere chi può ottenere una Tac immediatamente, oppure aspettare sei mesi. La Casta decide se puoi aprire subito un ristorante o costruire una casa. Il passaporto puoi averlo oggi, domani o tra 15 giorni… O magari… Chissà, potrebbe esserci un intoppo…

Siamo una Repubblica fondata sul permesso, sul codicillo, sul regolamento che contrasta con la disposizione, il cavillo, la deroga, la scadenza termini. In Italia ci sono due leggi: la prima dice che tutto è vietato, la seconda dice che tutto è permesso. Se hai gli amici giusti hai il parcheggio riservato anche in Paradiso. L’insieme delle leggi e delle procedure amministrative è un’immensa macchina progettata per mungere e sodomizzare i cittadini!

Un solo piccolo esempio: un allevatore illuminato decide di costruire un biodigestore che permette di trasformare la cacca delle vacche in biogas e produrre energia elettrica. Ma il tecnico comunale, regolamenti alla mano, gli dice che la cacca nasce come prodotto agricolo, ma siccome viene utilizzata da un processo industriale di produzione di elettricità, all’uscita è uno scarto industriale che non si può più spargere sui campi, quindi va caricata sui camion e portata in discarica e smaltita al costo di 10 centesimi al chilo. Questa storia ben illustra il problema dell’Italia.

La Casta ha dedicato decenni a costruire un sistema estremamente efficiente per aumentare il proprio potere, una diabolica macchina per controllare i cittadini. Ma come si può pensare che arrivino in Italia gli investimenti stranieri quando una causa per incassare un credito dura nove anni? Abbiamo bisogno di una radicale riforma del sistema normativo, abbiamo bisogno di una legge che cancelli la lettura capziosa della legge. Abbiamo bisogno della certezza della legge. E questo si può ottenere rapidamente: in Germania non chiedi il permesso per fare una casa, fai una semplice comunicazione, ma se costruisci qualche cosa che non ti è permesso costruire o non è corrispondente ai criteri di sicurezza o qualità, te la demoliscono immediatamente e non ti puoi appellare a un bel cavolo di niente.

mercoledì 9 novembre 2011

Berlusconi continua a prendere in giro gli italiani e Napolitano lo asseconda



Berlusconi non cambia mai e fa il suo 'mestiere': è entrato in politica per non andare in galera e per salvare/rafforzare le proprie aziende e perciò fa di tutto, è disposto a tutto per non abbandonare il potere e non veder crollare da un momento all'altro il castello di sabbia, fantasmagorico ma fragilissimo, che ha costruito nella sua vita.
Oltre a questo c'è un sentimento comune che unisce forse alcuni potenti, qualunque sia il giudizio che si può formulare nei loro confronti, da Saddam Hussein a Gheddafi, da Ceacescu a Craxi fino a Berlusconi: il senso di onnipotenza che non consente di accettare di farsi da parte, di rinunciare spontaneamente alla propria carica, di rassegnarsi magari ad un esilio dorato ma di salvare la pellaccia.
Dunque, pur non avendo più la maggioranza alla Camera dei Deputati Berlusconi pretende di resistere ancora, di guadagnare tempo e di procrastinare il più possibile il momento delle dimissioni.
Il fatto gravissimo (ma ormai non più sorprendente) è che Napolitano lo assecondi. Invece di imporgli le dimissioni subito, invece di obbligarlo a chiedere una nuova fiducia o di sciogliere ipso facto le Camere per ridare la parola al popolo, gli concede altro tempo. Concede che le dimissioni vengano presentate solo dopo l'approvazione della legge di stabilità e con questo di fatto coartando la sovranità del Parlamento che non potrà esimersi, maggioranza ed opposizione, di dare corso ai provvedimenti formulati dal Governo.
Concede soprattutto un altro mese o mese e mezzo di tempo a Berlusconi che potrà impiegarlo per ricomprare a suon di milioni di euro qualche deputato e senatore malpancista ma sicuramente spaventato dalla prospettiva delle elezioni anticipate, che dopo l'approvazione della legge di stabilità potrà pretendere un reincarico o andare alle elezioni continuando a guidare il Governo (con tutti i vantaggi mediatici che questo comporta), che potrà presentarsi agli italiani rivendicando di aver fatto quanto dovuto e cioè le stesse cose (obbedire agli ordini della BCE, dell'FMI, della Merkel e di Sarkozy) che avrebbe fatto anche il centrosinistra.
Se la situazione italiana è così drammatica come ce la raccontano come si può continuare a farla gestire (e su questo proprio Napolitano dovrebbe dare delle risposte) da miseri e incompetenti figuri come Berlusconi, Tremonti, Sacconi, Gelmini, Prestigiacomo, Romani, Carfagna, Cicchitto, La Russa, Gasparri.
Perché i 'liberali', coloro che ritengono la democrazia – così come l'abbiamo conosciuta in Occidente - l'unico sistema politico che deve governare l'umanità fino al punto di teorizzarne o tollerarne l'esportazione con la guerra hanno così paura di restituire la parola al popolo?
Chi deve decidere come e cosa rispondere a 'quello che ci chiede l'Europa' se non i cittadini?

martedì 8 novembre 2011

Libertà e giustizia per i "testimoni" coraggiosi. Firmiamo tutti la petizione!

 Fonte: http://www.radicalsocialismo.it/index.php?option=com_content&task=view&id=1356&Itemid=1
Scritto da MRS   
giovedì 03 novembre 2011
I testimoni di giustizia non sono “collaboratori di giustizia”, in quanto non hanno mai fatto parte di organizzazioni criminali ma hanno soltanto esercitato il loro diritto-dovere di testimoniare contro le attività criminali, e per questo hanno perso casa, lavoro e libertà di vivere una vita civile comune. Oggi in Italia decine e decine di testimoni di giustizia sono abbandonati a se stessi, in attesa di avere dallo stato non solo la protezione che era stata loro garantita, ma persino un lavoro per poter vivere. Buona parte dei 70 testimoni di giustizia italiani hanno manifestato a Palermo per chiedere il rispetto degli accordi presi. Come ha fatto con estremo coraggio Maria C., tornando a Crotone e digiunando per venti giorni sotto il solleone, finendo ricoverata in ospedale. In Calabria le donne che si ribellano vengono massacrate senza pietà, come Maria Concetta Cacciola, testimone di giustizia “suicidata” il 22 agosto 2011; Tita Buccafusca, testimone di giustizia “suicidata” il 16 aprile 2011. Ciascuna a distanza di quattro mesi, tutte con l’acido muriatico. E ancora, la distruzione del corpo di Lea Garofalo, legata, imbavagliata, interrogata brutalmente, torturata, uccisa con un colpo di pistola alla nuca e sciolta nell’ acido. E Angela Costantino, cognata di Barbara Corvi, “scomparsa” ormai da quasi due anni. Era giovanissima e incinta, ma il figlio che portava in grembo non era del marito, che si trovava in carcere a scontare una pena. La famiglia, per difendere l’onore del boss-marito, la fece strangolare e seppellire in un terreno mentre l’auto di lei finiva in mare, così da simulare un suicidio.

lunedì 7 novembre 2011

Tre leggi di iniziativa popolare: Reddito minimo garantito, Riforma dei partiti, Economia illegale e criminale.




Precariato, Riforma dei partiti e taglio dei costi della politica, Economia illegale (nera) e  criminale, evasione fiscale e riciclaggio di denaro sporco, sono i titoli di tre leggi di iniziativa popolare pronte per la raccolta delle firme. Il Comitato Promotore costituito da associazioni, movimenti e singole personalità, presieduto da Elio Veltri, prima di avviare la raccolta delle firme intende farne conoscere i contenuti agli organi di informazione e al maggior numero di cittadini possibile.

venerdì 4 novembre 2011

Resuscitare Bossi e Berlusconi e vivere felici



Sono mesi che ormai il centrosinistra (PD, IDV, SEL, Verdi, Radicali) sovrasta nei sondaggi Lega e PDL, ultimamente anche di 7,8 o 10 punti. Anche senza Terzo Polo. Anche continuando ad ignorare la Federazione della Sinistra che pure ha dato la sua disponibilità ad unire i suoi voti al centrosinistra per sconfiggere le destre e che mantiene comunque una sua forza elettorale ed organizzativa.
Quanto di più naturale e scontato constatando che ci troviamo nell'occhio del ciclone della crisi epocale del capitalismo con un governo improponibile, il peggiore della storia repubblicana italiana e forse di tutta la storia mondiale delle democrazie liberali.
Anzi, tenuto conto del proprio rivale elettorale, il vantaggio del centrosinistra appare fin troppo esiguo.
In una situazione come questa, una logica e razionale tattica politica imporrebbe alle opposizioni di operare perché si vada al più presto ad elezioni anticipate, per la 'presa di profitto' – come si usa dire nel linguaggio borsistico – del vantaggio virtuale descritto nei sondaggi.

mercoledì 2 novembre 2011

Gli italiani si devono svegliare



Da un lato i fautori del default italiano, convinti che l'uscita dall'euro e il disfacimento dell'Unione europea darà l'avvio ad una gloriosa rivoluzione comunista e alla riconquista della sovranità nazionale, senza nemmeno prendere in considerazione le conseguenze che la paralisi temporanea dell'economia (fallimento di banche e aziende) determinerebbe per la vita delle persone, il rischio che il caos favorisca la secessione di parti del Paese o un colpo di stato militare, il fatto che il giorno seguente la bancarotta si dovrà ricominciare ad acquistare all'estero, con una moneta svalutata rispetto all'euro, petrolio, materie prime, tecnologie, grano, medicine. Nessun timore che l'Italia ed ogni Paese europeo lasciato in balia di se stesso cada nell'abisso di nuovi fascismi o diventi teatro di guerra, in senso figurato e non figurato, tra vecchie (USA) e nuove potenze (BRIC). Stranamente si tratta della stessa soluzione, l'uscita dall'euro, sempre auspicata dalla Lega (si legga questa intervista del 2005 a Maroni).
Dall'altro i pasdaran e gli ultras, con alla testa Giorgio Napolitano, della Bce e dell'Fmi la cui unica preoccupazione, a costo di qualunque macelleria sociale, è quella di rassicurare l'Europa, i mercati, la speculazione offrendo loro sacrifici umani (la distruzione del welfare e i diritti dei lavoratori) per placarli e ingraziarseli. Sono coloro che inseguono una crescita del pil impossibile (e comunque non desiderabile) in un mondo saturo di merci e di risorse naturali in esaurimento, per di più con la contraddizione rappresentata dalla pretesa di farlo riducendo i redditi reali delle persone che dovrebbero acquistare e consumare.

martedì 1 novembre 2011

Per Michele Santoro e Radio 100 Passi



L'informazione è nutrimento essenziale della democrazia. I cittadini possono essere realmente protagonisti della vita democratica ed esercitare, come giusto e necessario, la sovranità politica – attraverso il voto, la partecipazione attiva nei partiti, nei movimenti, nelle associazioni e nei sindacati, dando vita a manifestazioni pubbliche, facendo sentire al potere il fiato sul collo come pubblica opinione – solo se conoscono la realtà del proprio Paese e del mondo, se sono aggiornati sui comportamenti dei protagonisti della vita politica, se hanno modo di ascoltare le diverse interpretazioni, le diverse analisi, le diverse soluzioni che vengono proposte rispetto ai fatti e ai problemi che hanno di fronte.
Internet, che pure non è il Paradiso terrestre della trasparenza e dell'obiettività essendo comunque dominato e condizionato da grandi corporation come facebook, google o simili, rappresenta sicuramente una svolta epocale da questo punto di vista perché consente di accedere a notizie ed opinioni senza mediazioni e senza filtri, realizza una sorta di gestione democratica dell'informazione in cui la condivisione e la propagazione virale permette di selezionare, sulla base delle scelte dei cittadini in rete, i contenuti ritenuti più importanti, pone fine ad un'informazione semplicemente calata dall'alto e dai 'professionisti' del settore e favorisce nei social network e con i blog un'interazione basso-alto e l'approfondimento e la discussione pubblica degli avvenimenti.
La realtà è però ancora quella in cui la maggioranza dei cittadini forma le proprie opinioni, oltre che modelli di comportamento e stili di vita, attraverso la televisione.
Ecco allora la drammaticità della situazione italiana in cui un solo individuo, Silvio Berlusconi, monopolizza la televisione privata e, grazie al controllo politico, anche quello che un tempo era il servizio pubblico, la Rai, ormai completamente asservita alle indicazioni del padrone di Mediaset, in funzione di quanto a lui più opportuno da un punto di vista politico e per gli affari delle proprie aziende.