"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

mercoledì 1 agosto 2012

Impariamo a dare senso alle parole

Di Giandiego Marigo
Le  ultime dichiarazioni di Bersani ci dimostrano come egli non sappia quel che dice...oppure, peggio ancora, quanto egli menta sapendo di farlo e come usi “strumentalmente” ed “elettoralisticamente”  termini in cui non crede affatto, ch’egli stesso sa obsoleti ed inutili. Come “Destra e Sinistra”. Egli gioca sull’equivoco e confida nella crassa ignoranza, reale o gentilmente offerta, di chi lo ascolta e di chi si allea con lui, esibendo una inutile prosopopea di sinistra.
“Alternativi alla destra” quale? Se egli quotidianamente si appella a quelli che chiama moderati che poi corrispondono a Casini, Fini, Rutelli, ma volendo anche a chiunque allontanadosi dal PDL volesse vendere alcune fette di dignità. Un’area che di riferimenti , soprattutto culturali, di destra ne ha vagonate e ne spreca quotidianamente quantità industriali?
Quali se la stessa politica interna del partito si sposta gradualmente verso posizioni sempre più “liberal” che sono storicamente definibili come di destra?
“Ma non a Monti” che per altro attua politiche assolutamente di destra, con attacco diretto al potere d’acquisto ed al salario, con la difesa di principio e classista dei “privilegi di casta e di classe”, sviluppo sfrenato della forma di capitalismo più virulenta e priva di scrupoli, con l'inganno perpetrato e ripetuto d'una "eterna ed impossibile" crescita. Monti che rappresenta in modo “preciso” la destra europea...ma si sa i termini sono opinabili, le posizioni relative ed i punti di vista molto elastici. Razionalismo pragmatico relativista?
Rivela il reale nocciolo del suo discorso solo più avanti quando in un raptus di sincerità liberal (non oserei un Liberal-democratico, troppo di sinistra) ci informa che: “Il Partito Democratico non rappresenta l’avventura, ma la solidità” cioè non discute affatto il sistema ma lo conserva, non discute le strutture di potere ma le rinnova,  non intende creare alcuna confusione nel “modello”, ma semmai stabilizzare i ruoli attuali, consolidandoli. Garantendo cioè all’elite al potere la continuazione del suo dominio.
Rinnegando in questo modo qualsiasi “contenuto”, mantenendo cioè l’eventusale avvicendamento come una pura formalità che non modifica la sostanza degli impegni presi dai governi di destra con una visione di destra in un mondo di destra.
Sto parlando ovviamente solo della superficie formale della lettura del discorso Bersaniano, perchè se mi avventurassi nell’interpretazione spirituale e profonda ne uscirabbe il “Grande Nulla” e sostenere che, sostanzialmente egli non abbia detto niente sarebbe irrispettoso.
Perchè il dramma vero sta proprio lì, nell’assoluto vuoto, nell’assenza di una visione “alta”,  che dia un respiro anche spizzicato di “progresso e civiltà” e che egli spera o meglio che lo staff del PD confida di colmare con un vago riferimento al diritto degli omosessuali, che è maggiormente garantito, per assurdo, dalla chiesa Valdese, che dà la possibilità di una cerimonia religiosa per chi voglia sposarsi.
Spendo due parole sulla “chiostra” dei “probabili” alleati, disposti quasi ad ogni compromesso per un posto garantito in “paradiso”. Teoricamente lontanissimi, persino contrapposti nella maggioranza delle posizioni, ma sempre pronti ad una astensione, ad una svendita, ad un appoggio formale...basato sul “Grande Nulla”  di cui parlavo prima. In ultima analisi e su questo “Nulla” che si basa l’alleanza, anche perchè se si inizia a parlare di qualche cosa si finisce a litigare.
Non dico nulla di nuovo, nulla che non si sappia dicendo tutto questo, eppure, troverò qualcuno che ne sa di più, che ha una posizione più chiara e che vorrà insregnarmi cosa significhi avere una “visione di sinistra”. Che definirà questa posizione qualunquista o demagogica oppure populista, ormai si fa così per non rispondere sulle questioni. Mentre con l’altra mano briga per tenere aperta l’ILVA, in nome del “lavoro”.
E già, perchè si accorge ora che non esiste un piano di uscita dall’ILVA stessa, chissà chi doveva pensarci? E che anni ed anni di “opportunismo silenzioso” hanno portato al disastro. Ma questo piace al PD, che predilige le posizioni del tipo “Dobbiamo pensare all’ecologia ed alla salute...ma anche...all’occupazione e all’acciaio”. Posizioni che permettono sia ai suoi dirigenti che a quelli collocati un poco più in là, di imbastire un bel “Racconto di splendida retorica, che tenga presenti il sudore versato sul fronte del lavoro ed il dolore delle famiglie così avvezze alla morte da non considerarla nemmeno più” e così in un profluvio di parole inutili...seguite da nessun comportamento dare l’impressione di una sinistra esistente, che faccia e si faccia ancora delle domande, peccato che esse dovessero essere fatte e siano state ripetute a iosa negli ultimi quarant’anni

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