"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

martedì 18 settembre 2012

Renzi e gli outsiders

Uno dei misteri, non propriamente gloriosi, della politica non solo italiana è rappresentato dalla frequenza con cui personaggi ai quali in condizioni normali non si darebbe una lira riescano ad assumere un ruolo di leadership ed a poter influenzare in modo decisivo le dinamiche elettorali e parlamentari di un Paese.
Di Berlusconi si è detto e scritto di tutto ma il suo successo elettorale non può essere considerato sorprendente potendosi basare su di un impero mediatico-finanziario e dunque soldi, mezzi di comunicazione, esperti e strateghi pubblicitari senza uguali in Italia.
Più sbalorditiva è la fiducia che in questi anni ha potuto riscuotere un personaggio come Umberto Bossi, non esattamente un fine intellettuale né uomo dai modi raffinati, ma evidentemente ha potuto trovare rilevanti percentuali di cittadini che si sono riconosciuti nei suoi rozzi atteggiamenti e discorsi.
Chi sta su sponde opposte a quelle di chi scrive su questo blog sarà schifato dagli exploit di Di Pietro, dalle sue contraddizioni tra l'anima di destra e la rappresentanza di istanze di sinistra, di Nichi Vendola, con i suoi discorsi in stile supercazzola di monicelliana memoria (mentre guarda caso un politico sobriamente comunista come Paolo Ferrero resta pressoché ignorato dal grande pubblico), di Beppe Grillo e della sua aggressività verbale politicamente scorretta.
Quello che non si capisce, per lo meno io non riesco a capirlo, è se è talmente basso il livello generale della classe politica che basta imbroccare, pur senza grandi qualità personali ma con il fiuto di intuire cosa vuol sentirsi dire la gente, il filone giusto – in termini di immagine personale, proposte, linguaggio – per realizzare imprevedibili exploit elettorali oppure se certi sorprendenti casi di successo diventano tali solo quando fanno comodo o sono promossi dal sistema (il potere economico) o sono da questo almeno considerati utili o non pericolosi.
Non dice questo la parabola della Lega di Bossi ed il suo repentino tramonto?
L'ultimo outsider apparso all'orizzonte è Matteo Renzi assurto ad uno dei possibili vincitori delle primarie del centrosinistra.

Personalmente la cosa non mi interessa più di tanto, non voterei un'alleanza incentrata sul PD qualunque fosse il suo leader: Vendola, Bersani o Renzi. Anche se, a dire il vero, la vittoria di Renzi potrebbe tornare utile, e forse varrebbe la pena di andarlo a votare alle primarie, per smascherare definitivamente la natura moderata e destrorsa del cosiddetto centrosinistra. Con in più il gusto di potersi scompisciare dalle risate vedendo Vendola costretto a sostenere, dopo essersi avventato tra le braccia del PD, il moderato Renzi.
Resta però anche qui l'interrogativo, che da dietrologo e complottista mi faccio, cosa ci sia dietro l'ascesa di Renzi.
Semplicemente siamo davanti ad un baldo giovinotto dalla faccia tosta – mi riservo di verificare quanto affermato in alcuni articoli usciti su internet in cui si parla del padre notabile democristiano e pezzo grosso della massoneria toscana - che ha capito che di fronte alla gerontocrazia del PD, pur avendo dalla sua solo l'età e l'eloquio fluente proprio dei politici ma senza alcun merito nè valori ed idee compatibili con la storia della sinistra socialcomunista e del cattolicesimo sociale, gli era possibile fare il grande salto oppure si tratta della testa di legno di strategie decise ben più in alto?
E quali effetti avrà la candidatura Renzi (oltre a quelle annunciate della Puppato e di Civati) nelle dinamiche delle primarie del centrosinistra? Favorirà in ultima analisi Vendola dividendo il PD? Oppure verrà disinnescato dal doppio turno delle primarie? O ancora non è possibile che la futura legge elettorale, ripristinando il proporzionale con premio di maggioranza al primo partito, toglierà a Bersani le castagne dal fuoco delle primarie rendendo inutili?
Ma probabilmente si tratta di interrogativi che non meritano elucubrazioni dietrologiche.
A pensarci bene, per quanto riguarda la resistibile ascesa di Renzi, credo sia totalmente fuori luogo ipotizzare complotti: è davvero impossibile che il 'sistema' possa temere un governo guidato Bersani o Vendola e debba puntare su di un 'cavallo' più docile e manovrabile.

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