"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

giovedì 29 novembre 2012

La sinistra e il Movimento


 
 
 
 
Ho conosciuto e aderito qualche anno fa al Movimento Radicalsocialista riconoscendomi pienamente in quanto si affermava nel suo manifesto fondativo: il riferimento a parole, spesso travisate e tradite ma che attengono all'essenza di una visione di sinistra, quali radicalismo e socialismo, l'auspicio dell'unità della sinistra in funzione di una reale trasformazione della società per renderla più giusta e libera, l'attenzione a tutti quei fermenti di iniziativa sociale e politica che si muovono dentro questo solco, il richiamarsi al meglio della tradizione di sinistra nelle sue varie componenti: quella del Partito d'Azione, quella del Partito Socialista di Nenni e Pertini, quella del Partito Comunista di Gramsci e Berlinguer, quella degli ecologisti, quella dei movimenti d'ispirazione libertaria ed egualitaria, quella anarchica. Questo ecumenismo di sinistra rischia però di rappresentare un limite ed un ostacolo alla definizione del senso del nostro impegno nel Movimento Radicalsocialista, poiché oggi, con la fine apparente del berlusconismo e stante l'esperienza del governo Monti (che non è una parentesi ma il vero spartiacque della vicenda politica italiana), è il momento delle scelte. Stare con il centrosinistra di PD e SEL quale male minore e come estremo tentativo di condizionare da sinistra il prossimo governo, oppure partecipare alla costruzione di un'alternativa radicale alle politiche neoliberiste di Monti ed al centrosinistra che rispetto a tali politiche, al di là di tutte le dichiarazioni di facciata, intende operare in continuità?
E tale alternativa dovrà richiamarsi esplicitamente alle tradizioni socialiste e comuniste oppure tentare nuove strade non ideologizzate e che si autodefiniscono né di destra né di sinistra? Ed impegnandosi direttamente in uno dei tanti cantieri dell'Alternativa oppure restando in una posizione esterna? In effetti il Movimento Radicalsocialista è un mini contenitore che ha davanti a sé tanti contenitori politici ciascuno dei quali si propone di rappresentare il punto di aggregazione della galassia pulviscolare della sinistra e dell'alternativa, ma che paradossalmente contribuiscono a stabilizzarne divisioni e correnti. Lo è SEL, lo è (o lo era) IDV, sono contenitori la Federazione della Sinistra, Alba, la lista arancione di De Magistris, il progetto “Per una lista civica nazionale”, il Movimento Ecologisti e Reti Civiche, l'iniziativa per riunificare a sinistra la diaspora socialista. A questi si aggiungano il progetto politico di Elio Veltri, ultimo nato, e il Movimento 5 Stelle al quale credo alcuni di noi riconoscono una positiva funzione di rottura radicale dell'attuale quadro politico.
Augurandosi che a questa folla di progetti non facciano poi riscontro, parafrasando Pietro Nenni, urne vuote, si deve rilevare che in ciascuna di queste iniziative che si pongono l'obiettivo di dare una risposta alla crisi politica, sociale, economica, morale che contraddistingue il nostro Paese sono presenti aderenti del Movimento Radicalsocialista, a dimostrazione della ricchezza di posizioni e della vivacità intellettuale che ci contraddistingue.
Personalmente sono convinto che ognuna delle strade indicate abbia una sua validità ed una sua dignità e che, sia pure attraverso percorsi a volte apparentemente divergenti, tutte siano rivolte nelle intenzioni di chi le sceglie al raggiungimento dei nostri ideali comuni di libertà, giustizia ed eguaglianza. Credo - questa è la mia personale e perciò opinabilissima opinione - che tutti questi movimenti e raggruppamenti potrebbero e dovrebbero trovare un punto di sintesi nella costruzione di una quarto polo alternativo al montismo e al liberismo.
Ma proprio questo pluralismo che ci contraddistingue non può che spingere a confermare il ruolo e la funzione attuali del nostro Movimento: quello di un libero spazio di confronto, di discussione, di divulgazione attraverso cui contribuire, senza restare prigionieri delle magliette che si indossano e delle bandiere che si sventolano, a formare una cittadinanza consapevole e informata e a far emergere le risposte politiche di cui collettivamente sentiamo il bisogno.
Se vogliamo realmente svolgere tale ruolo, se siamo interessati a farlo in coerenza con il nostro Manifesto fondativo (dal quale suggerirei peraltro di cancellare i riferimenti al socialismo di Zapatero ormai anacronistici), io penso però che sia necessario un salto di qualità nell'impegno collettivo a diffondere idee, contenuti, analisi, notizie. E considerato che, salvo il nucleo marchigiano, i nostri numeri non consentono di poter promuovere iniziative reali, di farlo sul sito e sui social network. Contributi originali da noi scritti e contenuti disponibili sulla rete.
La mia proposta sostanzialmente è di costituire un team sufficientemente ampio, diciamo una decina di persone, che si dedichi costantemente a “popolare” il sito di articoli e opinioni e ad arricchire la nostra presenza sui social network per stimolare la discussione e il confronto tra di noi e tra chi vorrà avvicinarsi al Movimento.
Ovviamente con il concorso di tutti gli altri aderenti nei limiti delle possibilità di impegno di ciascuno e nel rispetto delle linee fondamentali della nostra filosofia politica.
Maurizio Zaffarano

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