"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

venerdì 22 febbraio 2013

Per una svolta radicale


 












di  Circolo Libertario Polverari dal sito del Movimento Radicalsocialista

Con i problemi giganteschi che attanagliano la maggior parte degli italiani, invece di stupirsi dei voti che prenderà il Movimento 5 Stelle ci si dovrebbe stupire dei voti che prenderanno ancora una volta i partiti dello status quo, quelli del gioco delle tre carte eternamente rimescolate, per cui deve cambiare il clan al comando ma non la politica economica e sociale, i suonatori ma non la musica, che è sempre più o meno la stessa da quasi vent’anni. Lorsignori, quelli che hanno affossato il Paese e quelli che hanno dato una mano ad affossarlo o comunque non hanno mosso un dito per cambiare rotta, adesso invocano ed anzi reclamano un voto per “garantire la governabilità”. E chi si permette di alzare un dito per chiedere un cambiamento vero e radicale viene zittito al grido di “comunista”, “giustizialista”, “estremista”, “sfascista” (con o senza la s iniziale), “populista”, “qualunquista” e così via. Eppure nelle condizioni in cui è ridotto questo Paese, ciò che serve è proprio un cambiamento radicale! Non dobbiamo certo dirlo ai radicalsocialisti che ospitano questo “appello” sul loro sito, perché MRS parla coraggiosamente da anni di alternativa, di socialismo (quello vero), di un nuovo modello di sviluppo, di decrescita felice, di “libertà eguale”, di giustizia sociale, di trasformazione radicale del sistema economico oltre a quello politico. Lo diciamo invece a quelli che ad ogni elezione sentono il vecchio richiamo della foresta della casta di potere comunque colorata, che chiede un voto “utile” solo alla sua perpetuazione senza cambiare nulla in modo sostanziale (nemmeno la più infame delle leggi elettorali!).

Sepolcri imbiancati che hanno la faccia tosta di presentarsi come “il nuovo” e trovano sempre chi è disposto a dar loro credito per l’ennesima volta, piazzisti del voto di scambio più spudorato, teorici della “crescita” a qualunque costo, presunti risanatori delle finanze pubbliche che hanno ipotecato il futuro delle giovani generazioni soffocando ogni speranza di stato sociale e di rilancio degli investimenti pubblici con la mannaia pluriennale del fiscal compact, “riformisti” che hanno votato TUTTE le leggi della macelleria sociale e adesso chiedono il voto per “cambiare” e far risorgere un’economia reale che hanno appena contribuito a strangolare.
Fermiamoci un attimo a riflettere.
Domenica e lunedì si vota ed è un’arma importante che noi popolo abbiamo in mano. Non ricadiamo nella solita trappola, facciamoci legare all’albero della nave come Ulisse per non cedere al canto delle sirene elettorali che rappresentano il Potere ed i suoi giochi, che sono soltanto specchi per le allodole! Vi chiediamo di avere coraggio e di tentare di cambiare da cima a fondo il Paese. Ribaltiamo tutto come ha esortato a fare il grande Dario Fo, a prescindere dal palco su cui ha pronunciato la frase! Ognuno scelga le migliori strade ed opzioni per arrivare a cambiare sul serio, ma questo dev’essere l’obiettivo, non la governabilità fine a se stessa dei moderati e il loro indegno “voto utile”. Utile soltanto ai potenti, perché non disturba i manovratori.
Girotondi, indignati, “popolo viola”, “cambiare si può”, “se non ora quando”, agende rosse, arancioni, albe e aurore varie… quante ne abbiamo provate in questi anni? Come può tutto questo “slancio vitale” spegnersi in un voto a chi ha sostenuto il montismo e vuole continuarlo abbinandolo alla fallimentare ricetta della crescita targata PIL? Se invece si punta con decisione su un modello alternativo si possono coniugare ecologia ed economia, salute e lavoro, pulizia dell’ambiente e pulizia della politica, bene comune e benessere individuale, diritti sociali e diritti civili, democrazia ed efficienza, valorizzazione del merito ed eguaglianza delle opportunità.
Bisogna avere il coraggio di immaginare un domani sostenibile. Quelle che oggi vengono tacciate come irrealistiche utopie disegnano invece il trend più ragionevole per il futuro (dell’Italia e dell’intero pianeta), mentre l’appiattimento sulle politiche attuali determina condizioni inaccettabili dal punto di vista sia ecologico che economico. E’ impressionante la miopia della nostra classe dirigente sia di centrodestra che di centrosinistra, figlia dello stesso pensiero unico neoliberista proprio mentre il capitalismo mostra la corda dopo il crollo epocale del 2008. La credibilità della casta politica e delle cricche economiche ad essa legata è ridotta ai minimi termini, ma ora cerca di riciclarsi e rilanciarsi attraverso il “bagno rigeneratore” delle elezioni. A meno che non si abbia il coraggio tutti insieme di rompere l’incantesimo e di gridare “il re è nudo”, premiando chi lotta e s’impegna per una svolta radicale. Pensiamoci, prima di perdere anche questo (ultimo?) treno!

Circolo Libertario Polverari

Nessun commento:

Posta un commento