Di Marigo Giandiego
Questa perorazione vale
per tutti, anche se ha valenza doppia per i “modificatori di
mondo”, per coloro cioè che si arrogano con maggiore o minor
merito l'onere o lonore del trasporto della fiaccola del cambiamento.
Come può avvenire questo cambiamento se ad una “esteriorità progressiva” corrisponde, poi, un'interiorità assolutamente tradizionale e convenzionale.
I grandi Moovement prima
di mettere in discussione la “struttura” posero in forse i
“valori” che la
confermavano: l'organizzazione della famiglia, la figura del
padre, i ruoli di potere ed il modo in cui essi si riproducevano, le
convenzioni sociali ed il perbenismo, le tradizioni ed il culto del
passato, le grandi religioni ed i loro dogmi.
Fu questa discussione,
questo dubbio, questa volonta di rinnovamento e rinascita spirituale
e sociale che permise l'onda lunga arrivata, pur con tutti i suoi
errori e limiti, a lambire anche i nostri anni. Oggi, per contro, i
“rivoluzionari” perpetuano comportamenti assolutamente
tradizionali e “conformi”, si sposano in chiesa e con
grande pompa, battezzano i propri figli, vestono trendy, elaborano
atteggiamenti modaioli, escono in piazza la domenica vestiti a festa,
Accettano le convenzioni, fanno parte di coalizioni. Frequentano
masters condivisi con la migliore borghesia, condividono la visione
economico-sociale di Pyketty, sottoscrivono una visione condivisa,
unitaria della società.
Si possono contare sulle
dita di una mano coloro che attuano “comportamenti” altri
… che non siano, ampiamente, sdoganati ed accettati … sistemici,
in buona sostanza.
Nessuno si prende il
rischio dell'emarginazione, se questa non gli viene ammannita come
una sorta di punizione dalla società stessa.
I luoghi
dell'esspressività e della creatività sono condivisi, il pensiero è
unico, non esistono circuiti underground o alternativi che non siano
“controllati e gestiti” dal potere stesso come valvole di
sfogo programmato
Da questo
“imborghesimento” (anche se il termine non è affatto
adeguato, mi sia concesso) deriva l'incapacità di comprendere la
lingua e le esigenze degli ultimi...e dei penultimi e lo scollamento
conseguente dalle esigenze del “popolo”.
Oggi, tristemente, questo
rapporto è gestito con “modelli pre-formattati” legati
alle leggi del controllo e del marketing, da personaggi che non hanno
alcun reale interesse nella sorte di coloro che manovrano, ma li
usano in modo strumentale ed assolutamente irrispettoso. Giocando con
le “appartenenze” e “ le leggi universali del gregge”
in modo spudorato ed a tratti indecente.
Non riusciamo a
contattarli con la verità?
E ci corrucciamo di non
avere un linguaggio sufficientemente elaborato per “narrarla”,
di non avere anche noi le
nostre“leggi del gregge” ma non è questo il
problema … non solo. Non abbiamo le parole, i linguaggi, perché
non abbiamo alcuna conoscenza della classe (perdonerete
quuest'escursione marxiana), ma non solo.
Perchè anche noi siamo
imprigionati in un linguaggio artificiale, che è quello riconosciuto
ed adottato dal mainstream … che non è però affatto quello della
classe, ma semmai una sorta di lingua universale.
Non è una questione di
marketing, così come non è mai stata una questione di leader.
Sono assolutamente
convinto che la politica sia anche praticità e quotidianità che le
proposte e le risposte necessarie siano anche pratiche ed immediate,
che non sia quindi solo ed unicamente una questione di ragioni e
motivazioni profonde … ma fra questo ed accettare le logiche
sistemiche perché sono quelle implementate e conosciute c'è
differenza, così come c'è nel scegliere la strada breve e più
battuta in termini “comunicativi”.
Potrei,
a questo punto, essere accusato, come è gia successo di monotonia …
queste cose in altro modo ed in altra chiave le ho già dette … e
non solo io.
Però
io credo che la ripetizione giovi, anche perché, per quel che vedo
nulla di quanto detto in questo breve post, viene realmente preso in
considerazione mei momenti topici e laddove conta...quindi, devo
dedurre, non è stato sufficientemente detto e con ogni probabilità,
così come succederà probabilmente anche questa volta, mai
ascoltato.
Democrazia fascismo e comunismo . Dove sta la differenza
RispondiElimina(Il Fascismo e il Comunismo sono Dittature)
(La Democrazia racchiude in sé tutte e due le dittature)
I camaleonti per conservare il loro stato sociale Cambiano colore
Sfruttando l’ignoranza con false promesse riescono ad ottenere il consenso di gran parte del Popolo beota . i tempi si evolvono ma L’Ignoranza Troneggia
Il periodo Fascista nacque per la stragrande ignoranza del popolo analfabeta
Idem il Comunismo.
Nel dopo guerra abbiamo lottato per abbattere l’ignoranza
Riponendo la speranza nelle Generazioni Future
Hai me Recitano quello che hanno appreso negli studi quotidianamente Senza avere capito che gran parte di ciò che hanno studiato non corrisponde al vero
Vi siete chiesti chi scrive i fatti Storici ? e chi li approva? Nella stragrande maggioranza
mi sentirei di dire no.
La casta dominante (Come i CAMALEONTI) si è sempre rinnovata riuscendo a primeggiare su chi Governa e per avidità ad assoggettare tutta la classe politica hai loro voleri
Con danni per tutto il Popolo
I Giovani se usassero il loro cervello filtrando i fatti della vita quotidiana arriverebbero ha capire che
Non c’è nessuna differenza fra ( Democrazia fascismo e Comunismo)
Sino a che nel Mondo prevarrà la cupidigia
il Popolo sarà Sempre sfruttato dalla classe dominante.
La differenza ci sarà quando il credo delle forze Politiche
Si completerà fondendosi ha formare un solo credo
( EGUAGLIANZA SOCIALE)
VITTORIO