"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

domenica 29 giugno 2014

LA QUALITA' DEL RACCONTO




Di Giandiego Marigo

Sono uno scrittore ed un poeta inedito, nonostante io mi picchi d'essere un buon scrittore. Dico questo non per trovare in questo ambito il mio mentore, ma per fare comprendere il motivo del mio titolo.
La Qualità del racconto è il suo messaggio … ed il modo in cui viene svolto e narrato, non sono questi tempi di contenuti, infatti, sono pochi coloro che riescono a pubblicare in modo decente ed eticamente accettabile … ed ancora meno quelli che li leggono o che sarebbero disposti a farlo. Spesso la forma prevale ed anche il marketing copre il senso stesso di quel che si cerca di scrivere.
Ora, voi mi chiederete, perché ci parli di questo … cosa ci interessa, perché qui?
Molto semplice, perché questo ragionamento si può trasporre, senza abusare della proprietà transitiva, nella vita e quindi anche nella politica. 
Perchè alla fine le cause che motivano e muovono questo vuoto culturale e spirituale sono le medesime.
Stiamo vivendo un periodo di intensa proposta, sin troppa, ad essere del tutto sinceri, personalmente l'ho detto spesso, sembra che ciascuno senta il diritto/dovere di alzarsi la mattina e di proporre un proprio soggetto, personalizzato e su misura, per l'unità della sinistra. Questo è bello ed al medesimo tempo preoccupante e dispersivo e comunque derivato in linea diretta da quella tendenza alla frantumazione infinitesimale che ha caratterizzato e continua a caratterizzare … la sinistra di fine ed inizio millennio.
Quello però che appare costante è la ripetitività dei metodi e dei contenuti. Il clichet, il format.

sabato 28 giugno 2014

L'appello di Sinistra Unita - AreA di Progresso e Civiltà

Dal Blog di Sinistra Unita - Area di Progresso e Civiltà

LA NOSTRA VISIONE

Per noi essere di Sinistra significa credere in una politica fondata sulla giustizia sociale e sull'ascolto, condivisione e rappresentazione degli interessi e dei bisogni dei lavoratori e dei ceti popolari. Significa agire, pensare ed essere altro che non dei collaboratori e dei servi dell'unico pensiero, significa accettare la sfida di una spiritualità complessa, che si integra, che scopre di essere parte di una unità e non padrona del pianeta, che condivide, che partecipa e che solidarizza, che rinuncia alla competizione per proporre la condivisione.
Ben consci esista chi ha tradito e screditato i valori che l'hanno caratterizzata nella sua storia, ma che ancora si arroga d'esserne portatore ed interprete (i governi di centrosinistra; il Partito Democratico), restiamo convinti serva recuperare quanto di meglio la Sinistra ha elaborato nel suo lungo cammino: i movimenti di lotta per l'emancipazione dei lavoratori, la loro presa di coscienza e di identità. La Sinistra delle Leghe e delle Società di mutuo soccorso. La Sinistra comunista, socialista, liberalsocialista, anarchica, ambientalista, dei beni comuni.
La Sinistra che implementa e crea un suo circuito, che ribalta le leggi di mercato, che le stravolge laddove necessario con il medesimo arbitrio di chi le ha piegate alle proprie esigenze (pur essendo una sparuta minoranza). Forte, da una parte, della propria rappresentanza popolare, dall'altra di una cultura altra, di un percorso diverso, di un altro pensiero, di un'altro modo di vedere e percepire il mondo che ci circonda.
Bisogna dunque superare divisioni oggi incomprensibili ed anacronistiche e ritrovare l'essenza, l'identità, il significato autentico dell'essere di Sinistra: trasformare – seguendo gli ideali di uguaglianza, libertà e fratellanza - la società e l'organizzazione capitalistica dei rapporti economici che largamente la determinano per consentire ad ogni essere umano, liberato dal bisogno, di poter esprimersi pienamente nelle proprie attitudini, nel proprio talento, nella propria ricerca della felicità.


Anche per questo

Noi ci riconosciamo nella Costituzione nata dalla Resistenza che riteniamo non già da difendere ma da attuare, cambiando i rapporti di forza sociali e politici in essere.
Noi crediamo, così come indica la Costituzione e combattendone strenuamente le degenerazioni, nel ruolo dei partiti, dei sindacati, dei corpi intermedi, di tutte quelle forme di organizzazione attraverso cui i cittadini partecipano alla vita democratica e concorrono collettivamente alla definizione del bene comune.
Il finanziamento dei partiti e la retribuzione degli eletti, entro limiti decorosi e moralmente compatibili con le retribuzioni medie dei lavoratori, sono necessari se non si vuole che la politica sia appannaggio esclusivamente dei ricchi e dei potenti.
Noi pensiamo che non saranno il mercato, la crescita, la competitività, l'impresa liberata da regole e da tasse, l'estensione del precariato ad assicurare a tutti lavoro e benessere.
Noi crediamo nella necessità di un controllo collettivo e pubblico sull'economia che si realizzi sia attraverso l'intervento dello Stato che attraverso forme di autogestione delle aziende e dei beni comuni per garantire l'equa distribuzione della ricchezza, la razionalità dell'impiego delle risorse, la piena occupazione, la compatibilità delle attività produttive con la salute dei cittadini ed i limiti posti dalla natura, la presenza dell'Italia nei settori strategici dell'economia.
La democrazia può esistere solo se la politica non è presa in ostaggio da ristrette oligarchie economiche.
Noi pensiamo che sia necessario reinternalizzare nelle strutture della pubblica amministrazione produzioni, servizi, la progettazione e l'esecuzione delle opere pubbliche per combattere criminalità organizzata, evasione fiscale, corruzione.
Noi crediamo che l'intervento pubblico nell'economia, perché non si trasformi in ossessivo potere burocratico, debba essere soggetto a regole di trasparenza, al controllo ed alla partecipazione attiva dei cittadini e debba integrarsi con forme di autogestione di siti produttivi e dei beni comuni e con l'iniziativa economica privata compatibile con il bene pubblico.
Noi crediamo che tutte le conquiste dello Stato sociale – la scuola pubblica, la sanità pubblica, la previdenza pubblica, l'edilizia pubblica – debbano essere rafforzate e rese più efficienti e non smantellate e privatizzate, per garantire l'uguaglianza e la piena integrazione dei cittadini nella società.
Noi crediamo che l'essere umano realizza pienamente sé stesso – in un quadro di valori rappresentato dalla pace, dalla fratellanza, dalla solidarietà, dalla necessità di un rapporto armonioso con l'ambiente naturale, dalla centralità dell'istruzione e della cultura e della preservazione del patrimonio artistico e archeologico - in una società della condivisione e della cooperazione e non in quella dove la competizione è il valore assoluto.
Noi crediamo nella laicità dello Stato rispettoso delle scelte personali dei credenti e dei non credenti.
Tutto questo – l'insieme delle politiche economiche, sociali, ambientali - richiede di abbandonare i dogmi dell'austerità e del pareggio di bilancio, di ripensare gli strumenti e i metodi di finanziamento della spesa pubblica per le quali lo Stato deve riconquistare la propria sovranità liberandosi dalla dittatura dei mercati, di combattere perché tutto questo possa diventare compatibile con le regole dell'Unione Europea.

Noi pensiamo che per restituire alla Sinistra di Alternativa la centralità politica e sociale che le compete, tenuto conto dei formidabili fattori di distorsione della sovranità popolare che abbiamo di fronte (il dominio delle élite economiche, la subalternità nei confronti di alcune potenze straniere a partire dagli Stati Uniti, l'informazione asservita al potere, la criminalità organizzata, la corruzione e il voto di scambio, il ruolo delle gerarchie vaticane) sia necessario:

Unire organizzativamente le forze di tutti coloro che non si rassegnano al dominio incontrastato del capitalismo e del liberismo.

Affermare con rigore e intransigenza la nostra diversità e la nostra estraneità alle passate esperienze del centrosinistra e a questo Partito Democratico con il quale non è possibile alcuna alleanza e condivisione di responsabilità di governo nemmeno a livello locale.

Denunciare senza reticenze il ricorso alla guerra e l'attentato ai diritti inviolabili dell'essere umano in ogni parte del mondo e da chiunque vengano perpetrati e dunque evidenziare anzitutto le evidenti responsabilità al riguardo di Stati Uniti ed Israele.

Adottare un linguaggio ed uno stile nella comunicazione ad un tempo radicale e popolare capace di parlare alla testa, al cuore e alla pancia delle persone.
Crediamo, peraltro, che questo non debba essere frutto di una verniciatura esteriore di convenienza o di marketing ma derivare dalle scelte comportamentali e di vita, in modo naturale e conseguente. Siamo convinti che nulla più dell'essere possa implementare, diffondere e valorizzare la nostra visione. In questa ottica è indispensabile intraprendere una grande battaglia culturale, informativa e, se necessario, di alfabetizzazione contro il profitto quale unico motore dello sviluppo economico e dei rapporti sociali. Proponendo ogni qualvolta possibile circuiti e percorsi diversi ed in diretta concorrenza con le leggi arbitrarie di un mercato senza alcuna considerazione per l'essere vivente.

Considerare assolutamente necessaria e prioritaria la costruzione di una presenza capillarmente diffusa sul territorio per affiancare e sostenere le lotte sociali ed ambientali locali e per riuscire ad avvicinare e parlare con le persone, oltre e contro le logiche del marketing politico, diventando un punto di riferimento per la soluzione di problemi e bisogni concreti.


IL PERCORSO CHE PROPONIAMO

Per noi ciò che viene prima è l'unità di tutti coloro che partendo dall'uguaglianza, dalla liberazione dal bisogno, dai diritti inviolabili dei cittadini, dal primato della persona rispetto al mercato e al profitto si riconoscono in una visione alternativa a quella dominante e che ci viene imposta come l'unica possibile.
Di fronte a questa visione la scelta delle soluzioni concrete e delle tattiche contingenti passa in secondo piano e deve essere il risultato di un dibattito e di un confronto libero e approfondito tra chi aderisce con lealtà e convinzione ad un progetto unitario.
Siamo troppo pochi e troppo poco visibili per accettare di dividerci, prima ancora di esistere come forza organizzata ed ampiamente insediata nella Società, nel momento in cui si appresta a dispiegarsi in tutta la sua violenza antisociale e antiegualitaria il progetto liberista e di esproprio di ciò che resta della democrazia nominale condotto da Matteo Renzi con il sostegno dei grandi potentati economici e del mainstream informativo.
Ma perché tutti possano sentirsi parte di un progetto comune è necessario che a tutti sia data la possibilità di concorrere ad una sintesi condivisa e questo può realizzarsi solo attraverso l'elezione di una Costituente della Sinistra secondo il principio “una testa, un voto”: i delegati della Costituente devono essere scelti, in rappresentanza delle mozioni che verranno presentate, da tutti coloro che hanno deciso di aderire al costituendo nuovo soggetto politico.



IL NOSTRO RUOLO

Noi vogliamo essere un movimento d'opinione organizzato per stimolare, sorvegliare, influenzare, secondo le linee che abbiamo indicato, il necessario processo di ricostruzione e di unificazione della Sinistra che si è aperto con la lista l'Altra Europa con Tsipras.
Non contro ma insieme ai partiti ed ai soggetti collettivi della Sinistra, alle personalità del mondo intellettuale e del giornalismo che hanno promosso la lista Tsipras e ai comitati che si sono costituiti sul territorio per sostenerla.
Ciò che noi vogliamo non si ripeta dell'esperienza della lista Tsipras, pur riconoscendone l'indiscutibile valore, è l'esproprio della direzione della costruzione di un nuovo soggetto politico da parte di vertici (si tratti di garanti autonominati o di segreterie di partito) senza la legittimazione di un esplicito mandato da parte del popolo della Sinistra. E ciò se si vuole costruire davvero una Sinistra unita e plurale, se non si vogliono alzare muri dentro la nostra stessa area politica.
Per questo, poiché temiamo che ancora una volta egoismi e personalismi, miopi calcoli di interesse e di potere possano ostacolare il necessario processo di ricostruzione di una Sinistra in grado di recitare un ruolo centrale nella Società e nella Politica, chiediamo alle compagne, ai compagni, ai gruppi che condividono quanto qui abbiamo esposto di unirsi a noi, aderendo al nostro Movimento, e di fare fronte comune per non perdere anche questa occasione: davvero non c'è più tempo e non possiamo permetterci altri fallimenti.

Per aderire scrivere all'indirizzo mail: sinistraunitaitaliana@gmail.com

SINISTRA UNITA - AreA di Progresso e Civiltà



lunedì 23 giugno 2014

FRA CONFLUENZA E PROMISCUITÀ … CHE SINISTRA È ?



Di Giandiego Marigo
Comprendo, per carità e solidarizzo con il dramma interiore e profondo di Vendola e dei Vendoliani, i praticanti della terra di mezzo: fra sinistra e PD … fra GUE e PSE … fra color che son sospesi.
Capisco, davvero, e non sottovaluto nemmeno per un secondo il discorso di Niki e la sua prospettiva, ma non sono d’accordo! Non posso pensare che alla sinistra (quella vera, quella che ancora ha qualche diritto a definirsi tale, pur nell’inadeguatezza della definizione) resti la sola scelta fra confluire, collaborare servilmente o scomparire silenziosamente. Non ci sto!
E non è minoritarismo demente ed ignorante, massimalismo libresco ed un poco demenziale, ma la convinzione profonda che dietro a quest’AreA, covi un pensiero altro ed una spiritualità complessa, la convinzione cioè che l’alternativa non sia una pratica utopistica, ma una strada del possibile, anzi l’unica strada possibile, per riconsegnare il mondo ad una dimensione accettabile e umanamente vivibile.
Non pensiate che queste dichiarazioni siano di principio o generali, non lo sono e sono tutt’altro che banali. Le scelte Vendoliane non derivano da gusti personali od unicamente da interessi immediati e poltroniferi, certo esiste questa componente, ma è inserita in una più generale analisi di “necessità pragmatica”, di “possibilità reale di influenza e modifica”, deriva da un’analisi del mondo e dell’intorno … sbagliata e rinunciataria a mio umilissimo parere, ma realistica.
Le “motivazioni” che giustificano le azione di Niki e dei suoi emuli traditori che hanno recentemente “migrato” verso più comodi lidi è “squisitamente” pragmatica, la lettera di Fava lo dimostra al di là di ogni dubbio.

domenica 22 giugno 2014

La riforma del Senato e le tecniche di disinformazione

Provo a riassumere gli elementi che compongono il quadretto delle riforme elettorali e costituzionali che ci stanno propinando e che molti autorevoli costituzionalisti hanno significativamente definito la “svolta autoritaria”:

una legge elettorale (l'Italicum) che consegna al leader del primo partito classificato alle elezioni (anche se costituisce, in termini assoluti e percentuali di voti, una minoranza del Paese) tutti i poteri istituzionali (Governo, Parlamento e conseguentemente un peso determinante nella scelta del Presidente della Repubblica e dei membri della Corte Costituzionale e del CSM di nomina parlamentare) oltre a cancellare le minoranze e a mantenere l'impossibilità per i cittadini di scegliere i propri rappresentanti (liste bloccate); di fatto, tanto più con le segreterie di partito a nominare i parlamentari, un semipresidenzialismo senza contrappesi;
una riforma costituzionale che elimina la garanzia del bicameralismo perfetto (la doppia lettura per l'approvazione delle leggi) rendendo il Senato una consesso di dopolavoristi nominati dai partiti dominanti e non un autonomo e indipendente Organo di garanzia (potere di indagine e di controllo, partecipazione rilevante nella nomina degli organi costituzionali ed in caso di riscrittura delle norme costituzionali) che solo un'elezione a suffragio universale con proporzionale senza soglie di sbarramento avrebbe la forza di legittimare;
l'assunzione di un potere costituente da parte di un Parlamento eletto attraverso una legge elettorale costituzionalmente illegittima;
l'accordo che sta alla base delle 'riforme' e del 'cambiamento', fatto con forze politiche e personaggi (Berlusconi, Forza Italia, la Lega) che non hanno alcun titolo morale e politico per riscrivere la Carta Fondamentale del Paese;
il disegno strategico che è a fondamento del 'cambiamento' di Renzi: la piena attuazione delle politiche liberiste (austerità, precariato, liberalizzazioni e privatizzazioni) eliminando gli impacci costituzionali, nel solco di quanto esplicitato da JP Morgan, insieme alle pur ormai flebili e residue opposizioni politiche e sindacali; eppure anche i più ottusi tifosi di Renzi dovrebbero porsi il problema di cosa succederebbe se le elezioni fossero vinte un domani da un nuovo Hitler o Mussolini o quantomeno da un nuovo Berlusconi una volta smantellate tutte le garanzie costituzionali e delegittimate tutte le forme di resistenza sociale, di quali e quanti poteri sarebbero accentrati 'legalmente' nelle mani di un solo uomo.

venerdì 20 giugno 2014

La Patrimoniale possibile


E' dall'inizio della Grande Crisi esplosa nel 2007-2008 che si parla in Italia e nel mondo, a dire il vero negli ultimi tempi sempre di meno, dell'opportunità/necessità di imporre un'imposta sui grandi patrimoni, nella versione radicale di Modiano o in quella soft della CGIL o quantomeno di un aumento della tassazione a carico dei più ricchi auspicata perfino da miliardari come Warren Buffet o Carlo De Benedetti.
E questo sia per trovare risorse per riequilibrare i conti pubblici, di fronte alle crisi del debito, sia per redistribuire redditi a favore dei ceti popolari (i dati Istat ci dicono che la quota di reddito nazionale destinata al lavoro è passata dal 72 per cento del 1992 al 67 per cento del 2012), sia infine per incentivare le attività produttive spostando la tassazione dal lavoro e dall'impresa verso la rendita (cioè i proventi derivanti dalla mera proprietà di beni, siano essi capitali o immobili, senza lo svolgimento di alcuna attività).
Di fatto i governi che si sono succeduti in questi anni di Grande Crisi (Berlusconi, Monti, Letta, Renzi) hanno tutti respinto questa eventualità e la crisi è stata pagata in massima parte dai ceti medio-bassi con la disoccupazione causata dalla chiusura di centinaia di migliaia di imprese ed esercizi commerciali, con l'aumento della tassazione, con la riduzione del reddito indiretto costituito dalle prestazioni dello Stato sociale. In realtà vi è stato anche un aumento della tassazione sui beni patrimoniali (con la revisione dell'ammontare dei bolli sui depositi finanziari e delle aliquote sugli interessi, con l'ICI, IMU, Tasi o comunque siano state chiamate le varie forme di imposizione fiscale sulla casa) ma senza criteri di progressività e dunque ha colpito anche qui soprattutto i ceti medio-bassi. La crisi del mercato immobiliare (con una perdita media del 20 per cento del valore nominale degli immobili residenziali rispetto ai prezzi pre-crisi, a causa della recessione e dell'aumento della tassazione sulla casa) ha costituito un ulteriore colpo fatale per le condizioni economiche dei ceti medio-bassi, colpendo la principale forma di risparmio degli italiani, la casa appunto, ed impedendo di poterne monetizzare il valore, stante l'impossibilità o l'estrema difficoltà di vendere, in caso di bisogno. Di fatto una vera e propria patrimoniale che però non è stata pagata dai ricchi e non è andata a vantaggio dei conti pubblici.

venerdì 6 giugno 2014

PECCATO!


Di Giandiego Marigo

(Questo sarebbe stato il testo dell'intervento che avrei fatto all'Assemblea dei Comitati Elettorali Pro TsipraS ae solo avessero reso possibile che ciò avvenisse ed invece come sempre si è deciso che fosse Roma e che, quindi, fosse una cosa per pochi ed addetti ai lavori)

Compagne, compagni
Si vede sin dalla scelta del luogo in cui si effettuerà quest'assemblea come, in realtà, la volontà di agire come si dovrebbe ancora manca.
I difetti congeniti, di nascita di questa lista, per molti versi entusiasmante e meravigliosa sono venuti fuori … subito, senza lasciare a nessuno il tempo di pensare o di godere più di tanto.
Quando nacque immediatamente come Sinistra Unita- AreA di Progresso e Civiltà lo dicemmo, ci sembrava stupido sostituire un verticismo con un altro, l'escamotage dei Garanti in realtà finiva d'essere la santificazione d'una forca caudina. Ma questo avvenne anche per l'incapacità, reale della base e dei movimenti di costituirsi come “Motore di quest'azione”, come gruppo di lavoro pensammo prima che avvenisse ad una lista con Syriza e Tsipras, ma l'ascolto che avevamo era scarso e la nostra voce debole … e comunque esistevano ed esistono canali preferenziali, frequentati dagli “intellettuali riconosciuti e dai politici di rango" che ci hanno in qualche modo esclusi allora ed anche ora. 
Non noi in quanto gruppetto di persone, ma in realtà il movimento, che è stato, come al solito consultato solo a decisioni prese e, diciamolo, che le prendono un gruppo di garanti auto-referenti piuttosto che una segreteria cambia davvero molto, ma molto poco.
Si è proseguito così, con forme incrociate di arroganza. Con Garanti che prendevano impegni a non essere effettivamente eletti che poi avrebbero rimangiato, ma tutto veniva tacitato in nome dell'unità necessaria e del 4% da raggiungere.

martedì 3 giugno 2014

Per l'unità della Sinistra: una proposta di metodo




Giudicare i risultati della lista Tsipras significa trovarsi nella 'classica' situazione in cui il bicchiere può apparire mezzo pieno o mezzo vuoto.
E' mezzo pieno perché la Sinistra in quanto tale – dopo sei anni e le sconfitte della Lista Arcobaleno e di Rivoluzione Civile – riguadagna autonomamente una rappresentanza istituzionale superando la soglia di sbarramento, perché è stata sostenuta dall'abituale ma sempre straordinario impegno del suo popolo di militanti e attivisti, perché ha saputo esprimere candidature di qualità e buone proposte politiche.
E' mezzo vuoto perché la soglia di sbarramento è stata superata di poche migliaia di voti nonostante il ricatto del voto utile fosse meno potente rispetto alle elezioni politiche e perché, se ha dovuto subire il boicottaggio e l'oscuramento dei grandi mezzi di informazione, questo era ampiamente scontato e non sono state trovate contromisure efficaci; perché – se sono attendibili le analisi pubblicate sui flussi elettorali – i voti alla lista sono arrivati fondamentalmente da SEL e da Rivoluzione Civile (leggi Rifondazione Comunista) e quasi impercettibile è stato l'appeal nei confronti dei milioni di cittadini di sinistra che scelgono l'astensione, i 5 Stelle o il PD; perché non ha nemmeno avviato la ricomposizione delle divisioni storiche della sinistra tra chi chiede di organizzare la resistenza alla dittatura liberista in atto in Italia ed in Europa e chi vuole condizionare il governo dall'interno, tra la sinistra dei movimenti e della società civile e quella dei partiti.