"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

venerdì 29 agosto 2014

Le municipalizzate e le tecniche di manipolazione dell'opinione pubblica


Cottarelli, il responsabile della spending review, visto da Luca Peruzzi

Manipolare l'opinione pubblica per ottenere il consenso della maggioranza dei cittadini su decisioni che invece vanno contro il bene comune e l'interesse generale è prassi abituale e consolidata.
La tecnica usata, più o meno, segue sempre lo stesso procedimento: si sbatte il mostro in prima pagina – inventando, ingigantendo, alterando notizie – e si presenta a portata di mano la soluzione per il problema (ovviamente omettendo di dire che quella soluzione risponde esclusivamente a determinati interessi di parte).
Provo ad indicare qualche esempio.
Se si vuole giustificare una guerra, gli aggressori diventano gli aggrediti e si scoprirà che questo o quel dittatore o che questa o quella organizzazione armata, magari fino a poco prima finanziati e sostenuti in quanto utili a determinati fini ed equilibri, devono essere combattuti e annientati perché stanno massacrando civili innocenti e si oppongono al trionfo della democrazia reclamata dal popolo.
Se si vuole criminalizzare la spesa per le pensioni di invalidità si dà risalto a qualche caso di presunti falsi invalidi che suscita particolare indignazione (in questi casi, è inutile aggiungerlo, il garantismo non vale e non bisogna attendere l'esito delle inchieste e delle sentenze giudiziarie): il messaggio che si fa passare è che gran parte di coloro che ricevono una pensione di invalidità (276 euro al mese totalmente insufficienti, anche per la contemporanea inadeguatezza dei servizi pubblici di cura e assistenza e per l'impossibilità di trovare un lavoro, per chi vive una drammatica condizione di svantaggio) non ne ha diritto. E dunque bisogna inasprirne i criteri per la concessione e predisporre vessatorie visite di controllo di massa per i beneficiari degli assegni (con risultati peraltro assai deludenti in termini di risparmi nella spesa pubblica come dimostra questo articolo sul sito Vita.it).
In questi giorni è arrivato il momento delle municipalizzate.

Per convincere la gente che è utile e necessario privatizzare i servizi pubblici locali si citano i risultati del team sulla spending review diretta da Superman Cottarelli. Si sparano titoli sul numero di società partecipate dagli enti locali in passivo o inattive o con patrimonio negativo per dimostrare che la cosa migliore per i cittadini è che il 'pubblico' si liberi al più presto della zavorra delle municipalizzate.
La realtà invece è ben diversa. E' vero che nell'ambito delle società partecipate dagli enti locali esistono sprechi, corruzione, clientelismi, poltrone create apposta per sistemare amici, amanti, politici trombati ma - a parte il fatto che la responsabilità di queste distorsioni è nei partiti di governo (PD, NCD, Forza Italia, UDC, Scelta Civica che controllano la quasi totalità di comuni, province e regioni) - la 'ciccia' è ben altro. Qui sono in gioco quei servizi locali – luce, acqua, gas, trasporti, rifiuti – intorno ai quali girano come iene e avvoltoi le grandi multinazionali. Privatizzare quei servizi e sottoporli unicamente alla logica del profitto significherebbe ridurre e precarizzare posti di lavoro, aumentare per i cittadini il prezzo dei servizi forniti, privare gli enti locali dei relativi proventi spesso assai significativi, non essere più in grado di assicurare servizi che non possono generare profitti (si pensi ai collegamenti con le piccole località lontane dalle grandi vie di comunicazione).
Consentire a 'qualcuno' di mettere le mani su questo tesoro pubblico (di tutti i cittadini) è una delle ragioni per cui si sta stravolgendo il titolo V della Costituzione come spiega cinicamente Lorenzo Codogno, capo del Dipartimento Analisi Economico-Finanziaria del Ministero dell'Economia e della Finanza.


L'esperienza passata ci dice che dopo le liberalizzazioni e le privatizzazioni le tariffe hanno subito aumenti record come documentato dalla CGIA di Mestre. Emblematico è il caso di Acqua Latina in perenne guerra con gli utenti per la gestione vessatoria ed esosa di un bene, anzi del bene, fondamentale quale l'acqua.
Valutare un'azienda pubblica solo in termini di bilancio risponde ad una logica sbagliata e truffaldina. A fronte dell'eventuale esborso finanziario a carico dell'Erario bisogna valutare i benefici pubblici: occupazione diretta e indiretta, calmierazione delle tariffe, svolgimento di servizi che il privato non farebbe perché non remunerativi, benefici per l'ambiente e la qualità della vita delle persone, stimolo allo sviluppo delle attività economiche private.
Quando TG, talk show televisivi, grandi quotidiani nazionali ci propinano tutti insieme e contemporaneamente le stesse 'verità', gli stessi problemi e le stesse soluzioni fermiamoci, cerchiamo di capire e di ragionare e proviamo a trovare un'informazione onesta da qualche altra parte.



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