C'è la melassa stucchevole
dell'informazione natalizia e c'è la réclame senza soste di Renzi,
il Vanna Marchi della politica, che spaccia per successi del suo
governo e segni della rinascita italiana persino meri doveri
dell'Esecutivo: il completamento di opere pubbliche (peraltro
di dubbia utilità) cantierate e finanziate in tempi immemorabili e
qualche manciata di restauri a fronte di uno smisurato patrimonio
artistico e archeologico lasciato nel degrado e nell'incuria.
E poi ci sono le notizie vere, quelle
che dovrebbero essere al centro del dibattito pubblico e sulle quali
costruire le trasmissioni televisive se non fosse più comodo e utile
farlo mistificando la realtà e sfruttando marginali episodi di
cronaca nera o grigia di cui sono protagonisti qualche balordo,
qualche piccolo criminale di strada, qualche falso invalido o qualche
dipendente pubblico assenteista.
Quante trasmissioni televisive hanno
parlato della notizia, sconvolgente e inquietante, dell'aumento
record di morti nel 2015 in Italia, un incremento comparabile a
quello degli anni della guerra?
Non sono ancora disponibili i dati
suddivisi per regione, per classi di età, per sesso, per condizione
sociale ed economica che consentano di trarre conclusioni ma
evidentemente sul banco degli imputati ci sono la crisi ed il taglio
della sanità pubblica. Sono fatti già accertati che con la crisi e
lo smantellamento progressivo del servizio sanitario nazionale molte
persone sono costrette a rinunciare a curarsi e che si sono persi dal
2004 tra
i sette e i dieci anni di vita in buona salute.