"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

venerdì 26 febbraio 2016

Caro Paolo Ferrero ora è il momento di farti da parte

Paolo Ferrero

Alla fine dopo una lunga gestazione è nata Sinistra Italiana, il nuovo nome del partito di Vendola che raccoglie l'intera vecchia SEL insieme a qualche transfuga del PD e a pezzi dell'Altra Europa per Tsipras, il raggruppamento già intransigente e radicale dei fautori della politica partecipata e dal basso e del Soggetto Politico Nuovo.
Il giudizio negativo di Paolo Ferrero che ha annunciato l'indisponibilità di condurre Rifondazione Comunista dentro Sinistra italiana destinata a raggiungere al massimo il 4-5 per cento dei voti alle elezioni senza poter diventare una reale alternativa per il governo del Paese ha ricevuto sarcastici commenti sui social network: “come è ridicolo nel criticare il 4-5 per cento di Sinistra Italiana lui che è alla guida di un Partito allo zero virgola o all'uno virgola” è l'accusa più benevola che ha ricevuto.

Questo in effetti ha dichiarato Paolo Ferrero:

Secondo lei quindi l’iniziativa di Sinistra Italiana è destinata al fallimento?
Io non ho detto questo, ma penso che non risponde ai problemi che ci sono. Magari prendono il 4, il 5%. Vivono tranquilli, col loro gruppo parlamentare. Ma non è questo che risponde al problema per cui metà degli italiani oggi non vanno a votare." 

E francamente mi sembra un giudizio difficilmente confutabile: pensare che il Partito che ha come "padri nobili" colui che parlava amabilmente al telefono con gli inquinatori dell'Ilva e nella cui giunta scoppiavano gli scandali della sanità (Vendola) ed il responsabile economico del partito che votava il pareggio di bilancio in costituzione e la controriforma Fornero delle pensioni (Fassina) possa riguadagnare la fiducia del popolo della Sinistra, oggi disperso tra astensione e voto ai 5 Stelle, mi sembra fantascienza.

domenica 14 febbraio 2016

Il Canone Rai al tempo della Grande Menzogna


Fabio Fabio secondo Luca Peruzzi
Sta passando in questi giorni sulle reti Rai lo spot sul pagamento del canone. Mentre scorrono sullo sfondo le immagini dei programmi “di punta” o presunti tali della tv pubblica, ci viene propinato il messaggio che da quest'anno il canone è più conveniente e più comodo da pagare. Si tratta evidentemente di una colossale e spudorata mistificazione: il canone non è il prezzo di un servizio liberamente scelto ma è la tassa dovuta per il possesso degli apparecchi televisivi (o a questi equiparati) che serve a finanziare la Rai in quanto servizio pubblico radiotelevisivo. L'entità della tassa è stata ridotta a cento euro (a quanto si è capito solo per il 2016) considerato che associarla alla bolletta elettrica consente di recuperare gran parte dell'evasione. Una comunicazione onesta e corretta (e che ciò non avvenga dice tutto sull'attendibilità della Rai nell'informarci sulle grandi questioni quali ad esempio le guerre e la crisi economica) richiederebbe dunque di pronunciare esplicitamente parole ed espressioni messe all'indice e considerate tabù per il pensiero unico dominante: tasse e servizio pubblico.
Servirebbe cioè riconoscere che esistono ambiti della vita sociale ed economica (quale è la cultura nell'accezione più ampia: informazione, arte, musica, spettacolo, cinema, teatro, letteratura) che devono essere sottratti alla dittatura del profitto, della speculazione e delle multinazionali per essere governati in funzione del bene comune, identificato come tale dalla volontà popolare, e finanziati dalla fiscalità generale.
Che la Rai non possa evidenziare il proprio ruolo di servizio pubblico è facilmente comprensibile: da anni non svolge più tale funzione e ciò rende il canone una tassa odiosa ed insopportabile soprattutto pensando agli onorari milionari degli insulsi personaggi che la infestano.

mercoledì 3 febbraio 2016

Il family day e l'agenda politica del liberismo


L'Ipocrity Day by Luca Peruzzi

Sabato scorso a Roma qualche decina di migliaia di persone, fomentate per ragioni di opportunismo politico e bigottismo religioso, manifestava contro il riconoscimento giuridico delle coppie di fatto e delle coppie omosessuali.
Nel frattempo vaste aree del mondo sono insanguinate - conseguenza diretta o indiretta dell'imperialismo occidentale e della politica dei suoi alleati Israele, Turchia e Arabia Saudita – dalla guerra e dal fondamentalismo islamico (e si parla ormai apertamente di una guerra mondiale incombente o già in corso), tanti povericristi (e tra loro tantissimi bambini) continuano a morire nel Mediterraneo nel loro viaggio verso la speranza (o illusione) di salvezza da guerre, malattie e miseria, i cambiamenti climatici in atto annunciano lo stravolgimento della geografia umana così come la conosciamo da alcuni millenni. E in Italia non si vede alcun superamento della crisi ed alcuna sostanziale diminuzione della disoccupazione, la povertà riguarda milioni di persone, le conquiste del welfare (pensioni, sanità, casa, trasporti pubblici, scuola e università per tutti) sono sempre più un lontano ricordo, la democrazia politica (anche nella sua mera funzione simbolica) è sotto attacco con le controriforme costituzionali e l'Italicum, si sta definitivamente smantellando la struttura economico-produttiva italiana – come entità nazionale autonoma – alla mercé del capitale straniero (gli “investimenti esteri”) e la battaglia che si sta conducendo intorno alle Banche italiane rappresenta l'ultimo e forse conclusivo atto del processo di colonizzazione economica e dunque politica dell'Italia.
Eppure la questione delle unioni civili è da giorni al centro del dibattito politico come se ad essa fossero appesi i destini del mondo.